Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

domenica 2 gennaio 2011

Convivialità e tazze fumanti

In questi giorni di festa ho dedicato poche ore al lavoro e molte alla convivialità. Eccovi dunque un post per celebrare la magia di quattro tazze rigorosamente scompagnate, una bevanda calda e due chiacchiere tra amici.

Cioccolata in tazza alla maniera della Lisa
Devo questa prelibata ricetta per una cioccolata in tazza con fortissima personalità alla mia maestra della scuola di cucina Il Girasole. Generalmente l’ho sempre preparata con un pentolino, un cucchiaio e un po’ di olio di gomito, ma mi tocca ammettere che il risultato ottenuto la sera scorsa da una mia amica con il Bimbi ha comunque avuto successo.
Per 6 tazze vi occorreranno:
800 g di latte
200 ml di panna (tenete i 50 ml in più della classica confezione da 250 per montarli e servirli a parte)
120 g di cioccolato fondente in tavoletta
100 g di zucchero
60 g di cacao amaro in polvere
1 stecca di vaniglia
4 cucchiaini di fecola
Spezie a piacere (a mio parere non dovrebbero mancare, perché rendono questa cioccolata particolarmente “memorabile”, ma lì va a gusti). Io in genere metto ½ cucchiaino di peperoncino o paprika, 1 cucchiaino di cannella, 1 cucchiaino e ½ di zenzero. Ovviamente tutto in polvere.

Stemperate fecola e cacao amaro in poco latte freddo (si sciolgono molto meglio che in quello caldo e non fanno grumi!). Nel frattempo portate ad ebollizione il latte e la panna, in cui avrete messo la stecca di vaniglia. Quando inizia il bollore togliete la stecca di vaniglia ed aggiungete lo zucchero, il cacao e la fecola sciolti, attendete, mescolando, che riprenda il bollore e lasciate cuocere per 1 minuto, sempre mescolando (coraggio coraggio, ne vale la pena). Infine, aggiungete il cioccolato a pezzetti e le spezie. Fate amalgamare e preparatevi a leccarvi i baffi.
Se ne avanza, questa cioccolata è molto buona anche fredda, nelle vesti di una mousse al cioccolato.

La “sciòma”, ovvero il caffè con la schiuma alla maniera della nonnona
Ha fatto la sua comparsa in questo blog altre volte, la nonnona. Questa mia nonna, grassottella, luminosa e sorridente, non conosceva una grande varietà di piatti, ma quelli che conosceva le venivano che era una meraviglia e sugli ospiti alla sua tavola riversava una tale devozione che dai suoi piatti, come da lei, ci si sentiva sempre amati e coccolati. A fine pasto era solita preparare il caffè con la moka e servirlo con la sciòma, una cremina di zucchero perfetta per formare sulla superficie uno straterello cremoso proprio come nel caffè espresso.
Per ottenerla bisogna stazionare pazientemente e prontamente nei pressi della moka in cui il caffè è in preparazione, armati di una tazza da caffelatte con dentro un po’ di zucchero e un cucchiaio. Perché la sciòma venga bene bisogna versare sullo zucchero rigorosamente le prime gocce di caffè che si raccolgono nella moka (se vi sfugge l’attimo e tentate di recuperare col resto del caffè non vale: non verrà mai bene come con le prime gocce). Regolatevi un po’ a occhio: aggiungete rapidamente un po’ di zucchero se dovesse scapparvi troppo caffè. Mescolate energicamente per qualche secondo: otterrete una cremina nocciola, densa ma non troppo. Fantastica.

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