Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

martedì 28 agosto 2012

Più gatto per tutti

Ai gatti devo molto del mio (scarso) equilibrio mentale.
Una frase, fu una sola semplice frase che mi convinse a prendere il mio primo gatto, Romeo, detto il Rude.
E ancora una volta una frase (quella qui riportata), mia questa volta, ha convinto un'amica ad aprire la sua casa a due gattine e ne sono molto orgogliosa.
Alla luce del mio recente successo mi sento pertanto corroborata a perorare ulteriormente la causa gatta.
Di questi tempi, credetemi, è essenziale. Con la crisi che avanza, le certezze che vacillano, i dubbi che aumentano, i rapporti interpersonali che si fanno più tesi: un gatto che vi aspetta a casa è quel che ci vuole. Se poi i gatti sono due i benefici si elevano al quadrato (e i "disagi" restano gli stessi che con un solo gatto) (n.d.r Ecco...ehm...se sono tre (in 60 mq) probabilmente avrete qualche disagio in più e avrete la certezza che siete un po' matti).
L'accoglienza che il gatto vi riserva non è quella spasmodica e pretenziosa del cane: animale meraviglioso, tutto adorazione e dedizione per il padrone, ma un tantino ansiogeno in questo periodo in cui ci sentiamo piccoli ingranaggi di un sistema che pretende da noi sempre di più, sempre meglio, sempre più veloce, sempre al minor prezzo. Il gatto ha una presenza composta, tutta modulata sul modo in cui voi avete voglia di porvi con lui: e se non lo abituerete ad essere di norma salutato, considerato, coccolato si costruirà in un batter d'occhio quella corazza sprezzante e altezzosa che gli è valsa l'immeritata fama di animale poco empatico.
Prendete un gatto (due, che è meglio), amatelo, e lui vi amerà.
Vi amerà soltanto perchè gli date da mangiare. Balle. I miei gatti apprezzano i cat-sitter che li nutrono in mia assenza, magari li blandiscono per essere sicuri di avere il cibo, ma amano me.
Prendete quindi due gatti, amateli, e dedicatevi al cat-watching.
Ogni gatto ha la sua "faccia", le sue espressioni, il suo modo di miagolare (o non miagolare affatto), i suoi comportamenti buffi, le sue posizioni per dormire, i suoi rifugi, le sue reazioni rispetto alla paura, il suo modo di giocare, di esplorare, di fare le fusa (o non farle), di vivere l'ambiente circostante, di rapportarsi ai suoi simili, agli umani che conosce e a quelli che non conosce. Insomma, il suo carattere. Miriadi di possibilità di osservazione.
E perchè mai dovrei farlo, vi chiederete. Per stare meglio. Per staccare, anche solo per pochi minuti, dalle preoccupazioni e dai pensieri cupi, dalla noia, dall'insoddisfazione, dalla giornata che è andata storta, dalle cose che vorremmo e non arrivano, dalle cose che non vorremmo e arrivano, dalle cose che nemmeno noi sappiamo come le vorremmo davvero.

Al mio amor Rude, Romeo. Perchè anche se hai paura di un'aspirapolvere è bello giocare a fare l'impavido esploratore scalatore di alberi (nel giardino recintato e senza nemici).
Al mio amor Baldoso, Baldo. Perchè se qualcuno ti pesta la coda è più facile pensare che una forza sovrannaturale ti abbia fatto del male e non certo quel qualcuno che tu ami tanto.
Al mio amore Oscarino, Oscar (Pistorius). Perchè se anche sei zoppo, l'importante è fare come se non lo sapessi.

Romeo
Oscar


Baldo


 
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mercoledì 22 agosto 2012

L'estate sta finendo...ed ecco che spunta LA DIETA

Più puntuale dell'equinozio d'autunno, ecco che scavallata la metà di agosto, con le giornate che si accorciano e quella mezza nostalgia dell'estate che se ne va, io e l'amorevole amato coinquilino umano ci mettiamo a dieta.
L'anno scorso io, quest'anno lui: siamo grassi, dovremmo metterci a dieta
Il 90% delle persone si mette a dieta semmai prima dell'estate, magari poco prima, della serie 5-kg-in-5-giorni in vista della prova costume.
Noi no. Finchè l'aria è frizzante e i centimetri di tessuto abbondanti ci culliamo nei nostri ordinari eccessi alimentari con grande disinvoltura. Poi arriva l'estate, che per quel suddetto 90% significa: 1) non si accende il forno; 2) non si frigge; 3) non si accendono piastre e fornelli; 4) il caldo fiacca l'appetito e si ha una gran voglia di frutta e verdura.
Per noi no. Mangiamo quanto prima, anzi di più. Le attività al punto 1, 2 e 3 vengono praticate anche contemporaneamente, in completo disprezzo di anticicloni e compagnia bella. In più si beve, birra e vinello "per rinfrescarsi" (frutta e verdura "impomano"). In più si esce più di frequente, si sta più spesso in compagnia...e non si può mica mangiare un'insalata. E...attività sportiva, questa sconosciuta: troppo caldo (per magnare un capriolo in salmì no però).
Ma quando l'estate volge al termine, complice qualche foto impietosa a lardelli e balzelli, ecco che in un rigurgito di autocoscienza la verità emerge lampante: l'età, la serenità, l'amore, quello pacioso che si è conquistato divano e pantofole, fanno ingrassare.
E allora, a-a-a-ttenti! Regole, ci vogliono delle regole.
12 giorni. Due pasti liberi. Ogni sgarro è un giorno in più di dieta. Ci si pesa ogni 4 giorni. Più carne/pesce, meno pasta, niente pane.
Cibi da consumare a go-go, come se non ci fosse un domani: fagiolini, insalata, carote scondite...(n.d.r.: Ehi, ma dico?! Vi sentite voi dietologi??!! Ma chi mai e per quale orribile evento della vita può desiderare di ingolfarsi di fagiolini bolliti e carote scondite?).
Attenzione però perchè il muscolo pesa di più del grasso, quindi magari chi fa esercizio fisico non perde peso perchè sta aumentando la massa muscolare. Ho ovviato a questo annoso incoveniente premurandomi di non muovere assolutamente neanche un muscolo.
Ovviamente mi sento già più magra ma ovviamente sono incarognita, perchè ad esempio vorrei una birra e un pacchetto di grissini.
In ultimo una constatazione. Il maggiore apporto proteico comporta, insieme a quegli assurdi snack spezzafame tipo le mousse di frutta o i chips alla mela, un maggiore dispendio economico (oltre che -sigh!- elevati costi ambientali).
Ne ho concluso che nella nostra malata civiltà essere magri è, pure quello, roba da ricchi.

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domenica 19 agosto 2012

Paella senza padella

Ovvero senza la tipica padella in cui si cucina e si serve e da cui il piatto prende il nome.
Di ritorno da Madrid e data la mia nota passione per il riso non potevo non provare questa specialità, che per la verità avevo già cucinato in passato, ottenendo però un effetto molto risotto e poco paella. Prendendo invece qualche spunto qua e là in internet ho ricreato un effetto molto vicino all'originale.
La crosticina c'era ma l'ho mangiata prima che mi venisse in mente di fotografarla;)
Ecco come ho fatto.
1) Mi sono procurata una confezione di vongole e cozze sottovuoto vendute insieme alla "loro acqua": ho messo quindi un giro d'olio e uno spicchio d'aglio in un tegame, ho unito i molluschi con l'acqua e tutto e chiuso il coperchio per farli aprire. 
2) Nel frattempo ho tritato una piccola cipolla, l'ho messa in padella con un po' d'olio, l'ho fatta appassire e ho aggiunto il petto di pollo tagliato a cubetti. A cottura quasi ultimata ho messo anche un peperone giallo tagliato a listarelle e una zucchina a dadini. In ultimo ho completato con i molluschi prelevati dal loro brodo -da conservare!- sgusciati (se volete fare un po' di cinema tenetene da parte alcuni con il guscio come decorazione) e i gamberoni decongelati. Una punta di peperoncino, sale, pochi minuti ed è fatta.
3) Ho allungato il brodo dei molluschi con un po' di acqua e sale e aggiunto una bustina di zafferano (volendo anche 2).
4) Questa volta non ho precotto il riso, ma la prossima volta lo farò e vi suggerisco di fare altrettanto: bollite il riso e scolatelo ancora molto al dente.
5) Ho preso una tortiera a bordi alti, l'ho irrorata di olio sul fondo e ai lati, ho inserito tutti i condimenti con il loro sughetto e il riso, in modo da riempirla. Ho ricoperto di brodo di pesce e messo in forno a 180°C. Suggerisco di coprire con un foglio di alluminio da togliere solo negli ultimi minuti.
Il concetto è che il riso deve essere cotto e formare una crosticina in superficie: non va quindi mai mescolato. Partendo dal riso crudo ci vuole una mezz'oretta, ma col riso parzialmente cotto i tempi si abbreviano e il risultato è sicuramente il medesimo!
Un po' di Spagna in casa propria, olè.

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venerdì 17 agosto 2012

MA-estosa MA-gnetica MADRID!

Il motivo principale per cui ho scelto questa meta era accompagnare un'amica al Prado a vedere il quadro su cui sta facendo la tesi (Las Meninas di Velasquez). Non mi ero documentata per niente su questa città e non mi ero creata particolari aspettative.
Volo Ryanair da Bergamo, 200 euro: sicuramente prenotando con maggiore anticipo si poteva fare di meglio (e non andando a cercare troppe volte la stessa tratta dallo stesso pc, perchè ho scoperto che...se ne accorgono e fanno lievitare il prezzo). Abbiamo però recuperato con l'ostello a 15 euro a notte! Camerata femminile da 6 al Barbieri International: a due minuti dalla Gran Via (nel quartiere gay), decoroso e con personale molto disponibile. Il bus dall'aeroporto al centro costa 5 euro (!!), ma per il resto si possono risparmiare i soldi dei mezzi pubblici perchè i classici posti "da vedere" sono tutti raggiungibili a piedi dalla Gran Via. Peraltro il clima è molto piacevole: in agosto il sole picchia, ma c'è sempre un bel venticello e la sensazione non è quella del caldo appiccicoso padano. Per mangiare/bere c'è l'imbarazzo della scelta, per tutte le tasche: i locali, più o meno caratteristici, si sprecano e, secondo la leggenda, tengono aperto fino a tardi (noi abbiamo mangiato la paella all'una di notte!). Inoltre è una città non pericolosa, perchè di notte c'è sempre gente in giro nella maggior parte delle strade. Dicono di stare all'occhio coi borseggiatori; io comunque non ho avuto nessuna brutta sorpresa nemmeno in tal senso.
Da non perdere: 1) il parco del Buen Ritiro, con gli scoiattoli, il palazzo di vetro e soprattutto le barche a remi sul lago (barche da 4 persone: 4,65 euro per 45 minuti)! 2) la salita (gratuita) al Palazzo delle Comunicazioni: ascensore fino al 6° piano e poi circa 90 gradini....e dall'alto tutto cambia! 3) una passeggiata con il naso all'insù per ammirare i numerosi palazzi eleganti: una città piena di classe e di charme, tra l'altro molto pulita. 4) il Palazzo Reale e da lì fino a Plaza Major e il mercato di San Miguel. E al mercato tapas (olive, tartine, etc) e sangria, olè! 5) il museo del Prado. Forse non è necessario starci 8 ore come ho fatto io, ma è davvero ricco e in ogni stanza c'è almeno un quadro per cui vale la pena essere lì e spendere 12 euro (un prezzo onesto rispetto al patrimonio in esposizione).
Insomma, una meta consigliatissima, nel complesso economica, che si lascia "cogliere" in un paio di giorni pieni. Divertente, rilassante, coinvolgente.

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giovedì 9 agosto 2012

Schwarzer e i dopati a propria insaputa

Caro Alex, ammetto che la mia prima reazione alla notizia del tuo doping è stata che mi è venuto da sorridere pensando a te con tuo fratello, lassù fra i monti, le vacche e i kinder pinguì.
A seguire ho pensato: che stronzo. Ti piace vincere facile. Delusione.
Chi non lo ha pensato? Certo lo ha pensato chi ti conosce e ti vuol bene; ma anche chi non ti conosce, anzi qualcuno fra questi ultimi si è affrettato a chiamarti pure ladro e traditore.
Oggi che le tue lacrime alla conferenza stampa rimpallano su tv e internet, mi accorgo come la tua vicenda sia emblematica di una certa schizofrenia riguardo ad errori, leggerezze e reati dei personaggi pubblici.
Ladri e traditori ne siedono tanti in Parlamento. Anche nel mondo dello spettacolo e dello sport abbondano coloro che, pur guadagnando cifre indecorosamente elevate, vengono scoperti a frodare il fisco.
Non ricordo che qualcuno di loro abbia organizzato una conferenza stampa il giorno dopo essere stato colto con le mani nella marmellata, non ricordo lacrime, non ricordo ammissioni di responsabilità, di debolezza, non ricordo scuse. Non ricordo un "mi dispiace, ho sbagliato".
Adesso vogliamo la tua testa, vogliamo che tu di dimetta con ignominia dalla gloriosa arma dei carabinieri, vogliamo scoprire tutto di come sono andate veramente le cose: non puoi avere fatto tutto da solo, forse Carolina ti passava i siringoni di Epo malcelati dentro i kinder bueno (anzi no, quelli se li è mangiati tutti Andrew Howe), e poi adesso chi li sente i turchi, che li hai dipinti come i pusher d'Europa, etc etc.
E quelli in Parlamento, a cui regalano case vista Colosseo, quelli che si scapicollano per far uscire di galera una qualsiasi nipote di Mubarak, quelli che coi soldi degli elettori pagano la laurea a un figlio e la porsche all'altro, quelli che stanno tutta l'estate sullo yacht a Portocervo ma risultano nullatenenti e residenti alle Isole Cayman, quelli lì, che nemmeno si scusano e anzi negano l'innegabile dedicandosi con ottimi risultati -e senza bisogno di doping- allo sport nazionale di avere la faccia come il culo, rimangono dove sono o al massimo escono dalla porta di servizio e rientrano dalla finestra qualche mese dopo, senza che nessuno batta ciglio.
Beh, caro Alex, io ti voglio ringraziare. Grazie, perchè uno di quelli oggi, al tuo posto, se la sarebbe cavata con un sorrisetto strafottente e avrebbe detto di essere stato dopato a sua insaputa. 
Grazie perchè tu hai rinunciato a prenderci in giro. Hai tenuto gli occhi bassi, hai pianto, hai insegnato senza pudori ai tanti ladri e traditori di professione il difficile, trascurato, esercizio della vergogna.

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domenica 5 agosto 2012

Adoooro il pomodoro

Ed ecco finalmente il post sull'autoproduzione della conserva di pomodoro fatta in casa! Una tradizione contadina che mi riporta ai tempi in cui la mia nonna si dedicava anima e corpo a questo rito di mezza estate. Grazie alla complicità di mio "suocero" e della sua casa in campagna sono riuscita a riportare in vita questa tradizione, riveduta e corretta però in chiave moderna e senza fanatismi (tipo fare 4 quintali di pomodoro e alzarsi alle 5 del mattino). Il giorno del pomodoro è un bel momento di aggregazione, si passa qualche ora all'aperto e il risultato è un prodotto ottimo, controllato, che riduce la produzione di rifiuti, i viaggi dei camion che trasportano conserve fino ai supermercati, e dunque l'inquinamento, i gas serra e lo spreco energetico. Sa vot de piò?
Ognuno ha il suo procedimento, questo è il nostro.
Punto 1) I pomodori lavati e messi a bollire
1) Lavare più volte i pomodori (si comprano quelli da conserva, ovviamente presso qualche contadino di fiducia della zona). Basta l'acqua, solo per eliminare i residui di terra. Passarli quindi in un pentolone riempito per circa 1/4 del suo volume di acqua fredda.
Punto 2) Pomodori fatti asciugare al sole
2) Quando l'acqua è calda a sufficienza e la buccia dei pomodori inizia a rompersi, raccogliere i pomodori e distenderli con la polpa ben aperta al sole (che profumo!). All'inizio si lascia il fuoco acceso perchè solo pochi pomodori si rompono; quando tutti i pomodori sono rotti si spegne il fuoco e si trasferiscono tutti al sole. Noi usiamo un carretto su cui vengono messe delle cassette da frutta ribaltate ricoperte di tovaglie pulite. Lasciare i pomodori al sole per circa 3 ore: la polpa si deve seccare ben bene.
3) Passare i pomodori nell'apposito strumento che spreme la polpa e toglie la buccia e raccogliere il prezioso liquido in un pentolone. Noi aggiungiamo il basilico e basta (niente carote, cipolle, sale).
4) Imbarattolare, tappare bene e porre i barattoli nel pentolone con tanta acqua fredda in modo da superarne di una spanna l'altezza, far bollire e lasciare mezz'ora da quando l'acqua bolle. Passato questo tempo spegnere il fuoco e lasciare raffreddare il tutto (ci vorranno uno o due giorni). Questo procedimento serve a creare il sottovuoto (ve ne accorgerete perchè il tappo è incurvato verso il basso e quando lo aprite fa click).
Punto 3) La macchina spremi-pomodoro
Dopo 4 anni di esperienza posso affermare che la resa del pomodoro è circa il 40%: cioè per 100 kg di pomodoro otterrete circa 40 kg di conserva. I barattoli secondo me più comodi da utilizzare sono quelli da 330 cc che si vedono nella doto: contengono circa 260 g di conserva: si consumano in fretta una volta aperti e la loro forma li rende più pratici perchè occupano meno spazio degli analoghi di forma bombata. Ovviamente i barattoli di vetro dell'anno prima, lavati, si riutilizzano, mentre i tappi si comprano sempre nuovi.
Con circa 50 kg di pomodoro si lavora in 3-4 persone 2-3 ore la mattina, durante pranzo e penichella i pomodori si seccano al sole, e circa 2-3 ore anche al pomeriggio. Niente di drammatico quindi.
Allora, buon pomodoro a tutti!

Punto 4) La sterilizzazione
Il risultato finale!


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