Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

lunedì 10 gennaio 2011

Son tutto questo le mie canzoni

...nebbie, ricordi, pena, profumo...son tutto questo le mie canzoni. Così scrive il grande Guccini nella sua bellissima canzone intitolata appunto "Una canzone" (la allego nel video).
Forse qualche lettore più attento ha notato che da un paio di giorni compare nella colonna a destra una nuova sezione chiamata Imperdibilia, ovvero canzoni "mai senza". Ci trovate 20 canzoni che più di centinaia di altre che amo altrettanto, come ad esempio questa di Guccini, hanno un significato nella mia vita. Adesso vi spiego quale.
"La signora Aquilone"....beh, anche i lettori meno attenti avranno notato che è appunto il titolo del mio blog. Perchè De Gregori è forse il primo cantautore italiano che ho cominciato ad ascoltare ed amare. Perchè la signora Aquilone vive fiduciosa e serena sotto un albero verde, si fa portare da quell'aquilone legato ai suoi fianchi, convinta che il vento le sia amico e che il cielo sia abbastanza grande perchè ci sia posto anche per lei. Come Nanni Moretti nella Stanza del figlio ho una deformazione al padiglione auricolare per cui riesco ad ascoltare solo musica italiana....in realtà non solo, ma quasi esclusivamente. E soprattutto, tolte le poche canzoni in lingua inglese per me storiche, sistematicamente dimentico di un pezzo straniero chi sia che lo canta.
"Canzone di notte n°2". Guccini, appunto. Ne avrei potute mettere decine di altre. Ho messo questa e "Amerigo". Il mio papà ascoltava Guccini da ragazzo, scriveva i suoi testi su un quaderno blu, li dedicava alla mia mamma che allora non li apprezzava, me li cantava quando ero bambina. E in "Amerigo", in quel tipo d'uomo che non si perde in nostalgie da ricchi, fiero e orgoglioso, vedo lui, il mio papà. "Canzone di notte n°2" racconta della goliardia, del gusto del cibo, dei bicchieri pieni, del canto, delle risate. Ma anche dell'impellenza di esprimersi, di raccontare di sè, di credere che qualcuno sentirà la tua malinconia e ti aiuterà a cullarla; della ribellione e dell'anticonformismo, dell'individualismo e della necessità di essere o di sentirsi diversi.
E parlando di genitori anche la mia mamma ha una sua canzone: "4 marzo 1943". Perchè il primo concerto della mia vita è stato quello di Lucio Dalla, insieme appunto alla mia mamma. Perchè è stata lei a raccontarmi la storia del titolo di questa canzone. Perchè in quella mamma bambina che aspettò come un dono d'amore fino dal primo mese vedo lei che ha aspettato me quando di anni ne aveva solo 18. 
"Sogna ragazzo sogna". Vecchioni. Una canzone che vorrei parlasse di ogni ragazzo, che farei ascoltare a mia sorella, ai miei figli, a tutti i giovani. La canzone dell'idealismo, della forza dei propri pensieri e dei propri sogni, della libertà. Magari nella vita non sempre andrà così, ma credere che andrà così è fondamentale per vivere.
Non solo musica italiana comunque. "Summertime" di Janis Joplin è quanto più associo all'amicizia fra donne. E' stata la colonna sonora di una vacanza spensierata, fatta nella magica età dei 20 anni, quando pensi di avere tutto per possibilità (Guccini, di nuovo); che poi se hai la fortuna di crescere serenamente e ti accorgi che non è proprio così ti rimane pur sempre quella nostalgica tenerezza verso quella che eri. E' la canzone struggente e graffiante di una donna indipendente e per me rappresenta il tesoro dell'assiduità di scherzo e di parola fra amiche. 
Per ora basta così. Alle prossime Imperdibilia!
 

Nessun commento:

Posta un commento