Ora che il dado è tratto, da assidua spettatrice di X Factor lo dico chiaro e tondo: RIDATEMI ASIA ARGENTO. O per lo meno, zittite l'orsacchiotto biondo e ritentate il colpo.
Non ho mai condiviso la scelta di Sky di ostracizzare Asia Argento. Intanto per principio, dal momento che si trova soltanto ad essere accusata di un reato (peraltro poco credibile): gli indagati possono sedere in Parlamento, ma non al tavolo di X Factor? Non capisco.
E Cristiano Ronaldo allora? Anche lui è accusato da più voci di stupro, eppure non mi pare giochi tra le riserve.
E poi perché Asia Argento in quel ruolo era, forse per la prima volta in vita sua, credibile: empatica con i concorrenti, ben amalgamata con gli altri giudici, concisa e incisiva, un po' groupie da centro sociale, di quelle che ci hanno passato le nottate ad ascoltare band improbabili negli scantinati.
Invece Sky ha optato per la caccia alle streghe, adducendo motivi inconsistenti quali il possibile contrasto tra la vicenda giudiziaria di Asia e lo spirito del programma. Amici di Sky vi svelo un segreto: in Italia mandiamo giù di peggio, in barba a qualsiasi spirito, figurarsi se non saremmo passati sopra a una storiella del genere! Se non aveste sollevato tutto questo polverone, oggi il giovane rocker stuprato dalla virago (consentitemi un buahahahah) non sarebbe stato ospitato da Giletti e noi ci gusteremmo il programma con un vero poker di giudici.
Ma veniamo al sostituto, Lodo Guenzi.
Amici, NO.
A.A.A. CERCASI giudice di X Factor che non faccia (troppo) rimpiangere Asia: sintetico, irriverente, competente, anticonformista. Astenersi verbosi, buonisti, retorici, banali, noiosi.
Lodo parla troppo e non dice niente, gli sono tutti simpatici, sono tutti belli, hanno tutti energia e voci pazzesche e lui è pazzo di loro. Troppo, già dalla prima puntata.
Levatelo, vi prego. Ridatemi la streghetta, o almeno un valido stregone.
Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.
domenica 28 ottobre 2018
domenica 21 ottobre 2018
La cicogna azzoppata
E' passato qualche anno
da quando la Signora Aquilone aveva provato a raccontare le sue peripezie ostetriche. Allora la Signora era triste e solitaria.
Oggi che tutto le
sembrava nuovo e diverso, dalla valigia del "cambio vita" è saltato
fuori il calzino spaiato, quello che forse se buttavi era meglio.
Oggi la Signora
racconterà la storia di quel calzino.
Quale donna non conosce un test di gravidanza? Quello tradizionale almeno, senza frasi o faccine; quello con le classiche stanghette rosa. Due = sei incinta. Una = non sei incinta. Ogni donna ci ha fatto pipì sopra almeno una volta. Con opposti sentimenti: sperando, bramando, supplicando una stanghetta oppure due. Non esiste una stanghetta e mezza, non esiste un sentimento intermedio. Una o due.
Oggi voglio raccontare
della mia stanghetta solitaria: una, dritta e inequivocabilmente unica. Fiera e
diritta come un dito medio. Fuck you. Anche questa volta hai mancato il
bersaglio. Ritenta sarai più fortunata.
Forse la mia urina non è
abbastanza concentrata. Forse sono stata troppo impaziente. Forse rientro in
quello 0,0001% di falso negativo. Forse ma forse ma sì.
Forse invece è tutta
colpa di quel calzino spaiato. E' saltato fuori, il bastardello; non puoi
fingere di non vederlo. E' colpa sua se tutta questa faccenda, che doveva
essere solo un idillio romantico, ha iniziato a poco a poco a romperti le
palle.
Perché quella che ormai
lo sa anche il muro che è incinta (e del resto si vede lontano un miglio quanto
è rosea e luminosa la baldracca), ma tace per scaramanzia, ti ha rotto le
palle. Quell'altra che aveva un unico ovaio policistico, l'utero retroverso, un
fibroma grosso come una mela, due botte ed è rimasta incinta, pure lei ti ha
rotto le palle. Quell'altra ancora che...puff...neanche se n'era accorta; pure
quella ti ha rotto le palle. Pure tua nonna che senza stick ovulatori,
stanghette e faccine ha avuto dieci figli dai 15 ai 45 anni ti ha rotto le palle.
Ti hanno rotto le palle
tutte le storie di maternità più o meno impreviste, miracolose, incredibili,
travagliate, quelle che "quando smetti di pensarci", "quando non
ci pensi affatto", "quando è l'ultima cosa che vuoi", "quando
pensi non sia possibile".
Zitte, zitte tutte, parlo
io, anzi per cominciare non parlo affatto, ma rivendico, senza pietismi, il mio
diritto al DITO MEDIO.
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