Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

lunedì 3 gennaio 2011

Hogmanay: ovvero capodanno a Edimburgo

Il castello di Edimburgo

Ostilità preconcetta verso il capodanno. Obbligo di spumanti stappati, divertimento, chiasso, tirar tardi (che di per sè è un concetto spassoso, ma doverlo fare per forza no). D'altra parte a casa propria, come se fosse una sera come un'altra, si avverte una vaga tristezza.
Progetto per scavallare il capodanno 2010. Un breve viaggio in famiglia. Pretesto: il capodanno. Causa reale: il viaggio in famiglia, una città nuova, Edimburgo. 
Mi dicono che il capodanno a Edimburgo (Hogmanay) spacchi parecchio, ma io non ne so niente, visto che la notte del 31 l'ho trascorsa per la precisione a South Queensferry, un paesino a mezz'ora di autobus da Edimburgo, dove alloggiavamo. Posto delizioso, tranquillo, cottage accogliente e pulitissimo affacciato sul fiume-lago-mare-insenatura io ancora non ho capito cosa cavolo fosse, con tanto di ponte stile ponte di Brooklyn. Il 1° gennaio qui accorrono tanti pazzi per buttarsi nello specchio d'acqua gelido di cui sopra (il bagno dei matti chiamato Loony Dook). Segnalazione di ristorante non certo tipicamente scozzese ma proprio grazie a ciò non tipicamente già chiuso ad orari improbabili tipo le 8 di sera: specialità asiatiche, proprio all'ingresso del paese. Buono, abbondante, prezzo abbordabile; evidentemente in pochi sfidano l'aspetto un po' penalizzante, dunque praticamente vuoto.

Edimburgo. Città molto raccolta, si gira facilmente a piedi, anche quando i piedi appartengono –in rigoroso ordine decrescente di performance atletica- a una bambina di anni 6, una zoppa, un camminatore che però la salita la facciamo poi in autobus, un uomo-bradipo. Molto suggestiva, circondata dalle colline e svettata dal ben noto castello e dalla meno nota, splendida, sella di re Artù, un vulcano ora spento. Chiese e monumenti gotici, vicoletti e architetture un po’ da Jack lo Squartatore, che anche se squartava a Londra, ci sarebbe stato bene anche qua. Qua in effetti ci vagava il poco raccomandabile Mister Hyde, frutto della fantasia di uno dei vari scrittori scozzesi celebri (Robert Stevenson), cosa a cui gli scozzesi tengono molto. Al calar delle tenebre (ovvero alle 15.30) la città ha un ché di sinistro, ma di quel noir piacevole, che però ti fa capire come tutto sommato anche Trainspotting ci sta bene ambientato in questo posto. Dato il poco tempo a disposizione e il costo salato dei biglietti, abbiamo completamente omesso musei e altre attrazioni. Ma anche così è una città che consiglio, perfetta per un breve soggiorno. O anche per un soggiorno più lungo, itinerante, con meta principale più a nord, nelle Highlands, laghi, castelli…lo farò prima o poi.
Alcune postille. Da Bologna ci vola mamma Ryanair, generosa madre di noi viaggiatori low budget. Non è tra le mete a 5 euro e si viaggia al solito stipati col bagaglio a mano distribuito nelle tasche, ma la mamma è sempre la mamma. L’alloggio si trova anche a prezzo contenuto, specialmente fuori città. Ma in generale è una città abbastanza cara.
La birra scozzese, con tutto il rispetto, è solo la mia opinione e basta, fa schifo. Sgasata, slavata, amarognola senza un perché.
Il clima scozzese, almeno in questa parte orientale, è molto più mite di quanto la latitudine possa far immaginare. Forse questa storia della corrente del Golfo è vera! Il nostro padrone di casa ci ha irriso per i nostri cappotti da circolo polare artico. Il buon Bill mi ha anche informato che non è nemmeno così tanto piovosa rispetto almeno alla parte occidentale. Di neve ne vedono poca, ma una settimana prima del nostro arrivo c'era stata la più grossa nevicata da vent'anni. Ecco, ottima scelta: una settimana prima del nostro arrivo. 
Infine. Gli scozzesi ci tengono ad essere considerati cosa diversa dagli inglesi. Ebbene, lo sono. Molto cordiali e amichevoli, si sforzano di parlare col povero turista un idioma che si avvicini a quelle poche nozioni di itanglese che il turista italiano medio conosce. Assolutamente ben disposti con i bambini, quasi nessuno nega loro una battuta, una caramella, un sorriso.
Trovi le foto di questo viaggio qui.

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