Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

venerdì 31 dicembre 2010

Incontro tra l’Autrice e il venditore di almanacchi

Ripenso spesso all’approssimarsi di un qualsiasi 31 dicembre alla malasorte di quel povero venditore di almanacchi delle Operette Morali, che si era messo in strada a vendere calendari per l’anno nuovo con tutta la sua buona volontà, promettendo agli acquirenti i migliori auspici, e che di tutta la gente che poteva incontrare in giro si imbatte proprio in quel tristone di Leopardi.
Tu vorresti che il prossimo anno, che ti prefiguri prospero e felice, assomigliasse a quello appena trascorso? No, vero?
A quale anno della tua vita vorresti che assomigliasse? A nessuno?! Ma come?!
E se tu dovessi ricominciare da capo la tua vita, e riviverla esattamente come l’hai vissuta, con tutte le sofferenze e il buono che hai ricevuto in sorte, accetteresti? Certamente no.
Eeee caro il mio venditore di almanacchi, la verità è che quella vita di cui si dice che sia una cosa bella non è quella passata, che si conosce, ma quella futura, ignota, così come ci immaginiamo l’anno che verrà sempre migliore dei precedenti che evidentemente ci hanno trattato male.

Questa però, caro il mio venditore, è l’idea di Leopardi, non la mia. E caro il mio Leopardi, quella che tu pensi sia una considerazione universale non vale per me.
Il 2010 non mi ha trattato male.
I miei gatti che mi si accoccolanno addosso, anche Romeo, che davo nuovamente per spacciato, si è ripreso e continua a saltare sull’armadio e a dormire sul termosifone.
Mia sorella che mi dice che sono la sua persona migliore. Adesso ha una cartella, va a scuola, e inizia a sospettare che Babbo Natale non esista.
Ho compiuto 30 anni ed è venuta una bufera di neve in marzo, i miei amici non ci hanno raggiunti alla mia festa del fritto, delusione e anche un po’ di incazzo. Io e Ciccio però ci siamo trangugiati gli anelli di cipolla e le paste fritte e seccati una boccia di vino. Augh.
In montagna io, Ciccio e i gatti. Loro che smaniano per il fienile, noi che prendiamo il sole sul terrazzino.
I pranzi in centro con un’amica di quelle che, da sole, valgono cento anni uguali a questo, ci metto la firma. 
I pranzi in centro insieme a mia madre, e le passeggiate con lei, ti accompagno al lavoro, dai riaccompagnami indietro, che pure per quelli ci metterei la firma.
Una cava bloccata, le mail con mio padre, scoprire che guardo i suoi stessi programmi, che sono testona come lui. Lui che mi dice che sono un’autarchica e mi fa ridere perché ha ragione.
Un’amica ritrovata, un viaggio insieme, una serata a metà tra il femminismo e la magia, le cose che cambiano, quelle che dovrebbero cambiare e che forse cambieranno, quelle che non cambieranno mai.
Il tempo per sé, più tempo, che scopro di poter assaporare da quando in casa la televisione tace. Cazzo alla fine lui ce l’ha fatta a convincermi, e i bambini che arriveranno cresceranno così, e anche se non arriveranno e anche se non cresceranno così è talmente dolce pensarci.
Frizzi e lazzi per il giorno speciale di una sorella d’elezione, un biliardino, una sorpresa ordita ed attesa, la gioia di una sorella che sento anche mia. La mia famiglia acquisita, che fortuna averli incontrati. E il natale con loro e la mia famiglia insieme, e sentire l’armonia e sapere che loro ci saranno e noi ci saremo per loro.  
Una telefonata, sentita per caso grazie a un calcio di Ciccio, una supplenza a scuola, le lezioni da preparare, i ragazzi, l’euforia di riuscire a farmi prendere sul serio, e a farli ridere allo stesso tempo.
Marco Travaglio, una sorpresa per Ciccio, con lui che se ne accorge solo quando siamo davanti al palazzetto e fa il figo perché lui l’aveva capito.
Il quad; a momenti ci cappottiamo su quella salita un po’ avventurosa.
L’esposizione del dottorato, cavoli, mi piace parlare in pubblico e mi viene una specie di smania e il tempo mi vola. E mi piace questo blog, ed anche questo è merito suo.

Tu vorresti che il prossimo anno, che ti prefiguri prospero e felice, assomigliasse a quello appena trascorso?
Ci sto, caro il mio venditore di almanacchi. Ed auguro a tutti un 2011 come il mio 2010. 

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