Oggi la mia dolce metà è volata a qualche migliaia di chilometro, è tutto il giorno che piove, e dunque non c’è niente di meglio che dedicare l’intero giorno alla cucina per sanare qualsiasi eventuale cedimento alla malinconia.
In onore quindi degli ospiti di questa sera ho messo a punto il seguente menù:
- salatini home-made con cocktail alla melagrana
- raviolacci al radicchio rosso con speck e noci
- roast beef con patate
- tortino di cipolle con salsa al gorgonzola
Niente dolce, a quello ci pensano gli ospiti.
Dedico il primo post al piatto forte della cena, i “raviolacci”.
I ravioli/tortelli sono secondo me un’ottima idea per confezionare un primo piatto che comunichi all’ospite un’idea di cura e dedizione senza però risultare eccessivamente complessi. Questi li ho chiamati raviolacci perché ho sperimentato l’aggiunta di farina integrale nella sfoglia, che conferisce un aspetto più rustico al piatto. Questa ricetta è di mia invenzione. Ecco cosa vi occorre.
RIPIENO:
1 radicchio rosso di quelli rotondi
1 porro/scalogno/mezza cipolla (ma quest’ultima è meno delicata)
Tanto buon parmigiano
Poco pan grattato
Due cucchiai di ricotta (facoltativi)
Mezzo bicchiere di vino bianco o birra + 1 punta di zucchero
Olio d’oliva, sale e pepe
Tritate con la mezzaluna la cipollosità prescelta (per i triti eviterei il mixer perché più che tritare maciulla e gli ingredienti si offendono); io ho scelto il porro. Mettete il trito in padella con poco olio (circa 2 cucchiai), sale e pepe a discrezione. Fate appassire e aggiungete poi il radicchio tagliato a listarelle, completate con il bicchiere di alcolico (io in casa avevo la birra e quella ho usato) e la punta di zucchero, coprite e lasciate stufare per circa 10-15 minuti.
Quando i radicchi si saranno ben rammolliti, spegnete il fuoco e aspettate che si raffreddino. A questo punto tritateli (questa volta col mixer) aggiungete tanto parmigiano in modo che il composto si asciughi e acquisti sapore, completate con circa 2 cucchiai di pan grattato e –se volete, se ne avete in casa, se vi piace- 2 cucchiai di ricotta, che addolcisce un po’. Secondo me molti altri formaggi spalmabili possono starci altrettanto bene. Suggerisco sempre di ottimizzare quello che si ha nel frigorifero.
Il ripieno è pronto. Ovviamente potete prepararlo anche con parecchio anticipo; io l’ho fatto il giorno prima.
SFOGLIA, il procedimento è noto o si recupera in qualsiasi manuale. Io ci ho messo questo
400 g di farina di semola rimacinata
100 g di farina integrale
5 uova
2 cucchiaini di sale
Immagino che con una normale farina si possano ottenere comunque buoni risultati, ma io per la sfoglia preferisco la semola e in particolare quella rimacinata (che è più fine della semola normale), che acquisto in uno storico negozio di Modena dove si trovano sfusi tutti i tipi di farina.
Quella della farina integrale è invece una trovata di oggi, e l’effetto estetico e il sentore di rustico sono ben riusciti, ma è assolutamente facoltativa.
Il raviolo, e a maggior ragione se è raviolaccio, può avere una pasta anche leggermente grossolana, quindi io mi sono fermata al punto 5 dell'Imperia. Per tortelli e tortellini preferisco una sfoglia più fine.
Con queste dosi vengono circa 60 ravioli di 4 cm di lato. Io la considero una dose per 4 persone, massimo 5.
Il ripieno basta per riempirli tutti e ne avanza anche un pochino.
Io di qui a momenti condirò questi ravioli con speck, tagliato a cubetti e saltato in padella, e panna (quella liquida da montare, che si trova nel banco frigo). Alla fine aggiungerò un po’ di noci tritate.
Ritengo comunque che anche un onesto burro e salvia, o burro e noci siano un’ottima alternativa.
Molto bene...vado ad apparecchiare la tavola!
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