Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

lunedì 15 novembre 2010

Autoproduzione: perchè?

Il mio viaggio nell’autoproduzione è cominciato gradualmente, grazie all’influenza di due cari amici meteorologi, ambientalisti senza estremismi ma con tanta passione. Ho cominciato così a riflettere sui costi ambientali della globalizzazione. Mangiamo tutto l'anno frutta e ortaggi di cui non conosciamo più la stagionalità, senza chiederci da dove vengano, senza considerarne i costi energetici (carburante speso) e ambientali (gas serra emessi). Scegliamo sempre più spesso alimenti confezionati o surgelati senza pensare che gran parte del prezzo che paghiamo si deve agli imballaggi, che poi finiranno col saturare di rifiuti il nostro Pianeta. Siamo sedotti dai prezzi all’apparenza convenienti senza renderci conto che il risparmio lo paghiamo in costi ambientali e umani, perché molto spesso i prezzi bassi raccontano dell’arricchimento di multinazionali che disboscano i paesi del cosiddetto Terzo Mondo per fare spazio ad agricoltura e allevamento intensivi al fine di nutrire le civiltà opulente dell’Occidente, affamando quelle autoctone.
Autoprodurre significa per me limitare i costi ambientali delle proprie scelte di consumo, controllare ciò che mangiamo, spesso mangiare prodotti più sani e più buoni. Ma non solo. Autoprodurre significa aprire gli occhi su quanto siamo diventati vittime e carnefici di noi stessi attraverso l’arma subdola della fretta: Lo farei ma non ho il tempo, quante volte lo diciamo? E’ vero che quasi tutti lavoriamo (a volte forse anche troppo rispetto a quelli che sarebbero i nostri reali bisogni), ma infarciamo anche il nostro tempo libero, le serate, i finesettimana, le ferie, di attività spesso praticate compulsivamente (palestra, locali, corse ai saldi, esodi estivi, etc), che in definitiva spesso ci stressano perché ci fanno correre anche nel tempo libero, lasciandoci l’impressione, appunto, di non avere mai tempo. L’autoproduzione porta a limitare le file agli ipermercati (altra attività compulsiva, spesso assai stressante) e ad aumentare invece l’attenzione e il tempo dedicati a scelte più consapevoli, ad acquisti effettuati presso realtà più umane come i piccoli mercati o i gruppi d’acquisto, alla realizzazione amorevole di cibo buono e sano, preparato con cura per le persone che amiamo. Se si comincia poi ci si prende gusto e ci si accorge che ti tempo ne abbiamo eccome!

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