Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

domenica 28 novembre 2010

La società degli utilizzatori finali

Il mercato dei produttori locali: ogni venerdì pomeriggio al parco Ferrari di Modena 



Prima neve dell'inverno 2010-2011 a Modena. Giornata spalpuccia e pungente, per me cominciata, con mio comodo, alle 13.30 (privilegi dell'oggi non ho nessun motivo di puntare la sveglia). Pranzo veloce e poi anfibi e autobus, verso la mostra-mercato sulla filiera corta.
Comprare secondo una modalità a filiera corta significa tagliare i km, le emissioni, gli inquinanti, l'energia, i costi dovuti agli intermediari che ci sono tra noi e quello che mangiamo, o in generale consumiamo. Comprare insomma prodotti locali, possibilmente biologici.
Ho partecipato a questa iniziativa principalmente per seguire la conferenza di un'autrice che conoscevo, Marinella Correggia, una persona molto disponibile e gentile, che oltre a condividere coi presenti le sue riflessioni ha offerto una torta e una salsa fatte da lei, con ingredienti semplici e sorprendenti, entrambe ottime.
Sono tornata a casa pensando che una buona idea rimane qualcosa di cristallizzato e sterile se non viene condivisa. Personalmente posso avere deciso di bere solo acqua del rubinetto, di fare la raccolta differenziata e di migliorarmi ogni giorno nel farla, di ridurre i miei rifiuti tramite l'autoproduzione e il riutilizzo, l'eliminazione o la riduzione di alimenti lavorati (surgelati, scatolame, dolci confezionati, etc), di scegliere più spesso la bici o l'autobus, di accarezzare l'idea di un lavoro che mi basti per vivere lasciandomi però il tempo di vivermela questa benedetta vita!...ma tutto questo ha poco senso se resta una scelta fra me e me. Se conosci quale sia il comportamento più sostenibile, dillo al tuo vicino perchè lui potrebbe non saperlo. Questo è in buona parte lo spirito che vorrei dare al mio blog.
Marinella Correggia ha definito i consumatori, o almeno alcuni di loro, "utilizzatori finali", prendendo a prestito un'espressione ben nota, riferita a ben noti contesti, e secondo me molto calzante. L'utilizzatore finale può fare spallucce e scuotere la testa, lui non sapeva, lui non credeva, lui non poteva immaginare che l'oggetto di cui si serviva avesse un'illecita o quantomeno dubbia provenienza. Il consumatore che compra senza sapere da dove venga e come sia prodotta la merce che acquista, che ignora quali costi occulti abbia questa merce in termini energetici e in generale ambientali, e spesso anche sociali, è un utilizzatore finale. Io voglio impegnarmi ad essere un po' meno utilizzatore finale e un po' più creatore iniziale. Voglio conoscere la storia dal principio, sapere chi ne sono gli artefici, voglio discriminare e decidere.

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