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Sia festa in questo giorno che vuole ricordare
i grandi che l'Italia la seppero sognare:
unita, solidale, partecipe, armoniosa.
Benchè quella di oggi sia invero poca cosa,
che se ora ritornassero Mazzini e Garibaldi
a stento riuscirebbero a tenere i nervi saldi.
Sia festa a chi è padano per strenui sentimenti
e pure a chi lo sia per semplici accidenti.
Lo sia per chi non possa a rigor dirsi "padano":
ché oggi è sì la festa di chi parla l'italiano!
Lo sia per la regione che può menar il vanto
di aver dato i natali al re del Divin canto.
Lo sia per la regione che al Po dà nascimento,
lo sia per quella invece che lo porta a compimento.
Lo sia laddove siede di San Marco il leone,
lo sia laddove è nato Manzoni e il panettone.
E sia italica gioia per chi ha onorificenza
dei monti, del tedesco, rigore ed efficienza.
E pure a chi si estende del Bianco alle pendici
che noi condividiamo coi nostri Galli amici.
Dalla region del Carso a quella con i Sassi,
fino alle Cinque Terre passando per Frasassi;
che festa sia sul suolo dei pastori dannunziani,
cotal lo sia sul suolo dei padri francescani.
Sul tacco e sulla punta del nobile stivale,
laddove mare e sole son dono naturale;
sia festa nella terra che dal sessantatrè
fa parte delle venti...e tu lo sai qual è?
Sia festa sul Vesuvio, su tutta la costiera,
lo sia pure sull'Etna, in quella terra fiera,
così come d'orgoglio trabocchi la regione
che vive del suo mare e un tempo del carbone.
E almeno sia per oggi, lo dico qui nel fondo,
la festa anche di Roma, capitale a tutto tondo,
di tutta questa Italia che io con gran rispetto
provo ad omaggiare col mio umil poemetto.
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