Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

martedì 21 dicembre 2010

Tagliolini al limone

Ecco, detta così, sembra una ricetta leggerissima, ma chi mi conosce può immaginare che questa sia solo un'illusione, giacchè in generale prediligo i piatti con una certa personalità. Lo considero tuttavia un piatto che scivola via bene, senza appesantire, dal sentore esotico, semplice e veloce da preparare, e anche piuttosto economico. Anzi, d'ora in poi cercherò di approfondire anche questo aspetto che reputo assolutamente essenziale per chi voglia esercitare il ruolo istituzionale di ministro dei beni gastronomici con portafoglio. 
Ecco cosa vi occorre per questo piatto, dosi per due commensali mediamente gaudenti:
4 nidi di tagliolini
2 limoni, biologici (se sono bitorzoluti e piccoli come i limoni biologici sanno essere non vi allarmate: più importante è che non abbiano sostanze estranee sulla scorza, che è parte integrante della ricetta)
50 g di mortadella a fette
250 ml di panna liquida da cucina
una manciata di pistacchi
un cucchiaio di burro, pepe, prezzemolo, sale

Grattuggiate la buccia dei due limoni, evitando la parte bianca (amara!). Per facilitarvi nell'impresa apponete un pezzetto di carta da forno sulla grattugia, in modo da recuperare facilmente il residuo che si deposita in mezzo ai denti della grattugia stessa. Spremete uno dei limoni e conservatene il succo.
Con un coltello o la mezzaluna riducete la mortadella in sottili e minuscole bricioline, che abbrustolirete in padella con un cucchiaio di burro. Abbrustolirete, ovvero renderete ben secche e croccanti ma senza bruciarle, quindi per farlo non disinteressatevene durante la cottura.
Spegnete il fuoco, aggiungete la panna, aggiustate di sale, pepe e prezzemolo.
Lessate i tagliolini (ci vorranno pochi minuti) e tuffateli, una volta scolati, nel sugo. Accendete nuovamente il fuoco e amalgamate il tutto.
Completate con una spolverata di pistacchi grattugiati.
La cifra a persona non raggiunge l'euro, molto dipende dai pistacchi che sono l'unico ingrediente costoso, su cui dunque starete parchi. Il tempo dedicato a questa preparazione è di 10-15 minuti, inclusa la cottura della pasta. Il successo è quasi assicurato, perchè il gusto, tutto sommato "nuovo", è secondo me ben dosato tra voglia di novità e assennatezza negli abbinamenti (della serie gelato al basilico, amaretti alla mortadella no grazie).

English version:
With “tagliolini” Italian people mean a kind of pasta similar to “tagliatelle” but thinner. Tagliatelle are usually better with strong sauces such as “ragù” or mushrooms, whereas tagliolini fit perfectly with vegetables and fish.
I usually prefer dishes with a strong character, anyway I like this pasta as it tastes exotic, is easy and quick to prepare, and is also quite cheap.
This is what you need (for 2 quite big eaters):
4 “nidi” of tagliolini  
2 lemons (choose biological products! Even if they are smaller and possibly bumpy, it is better to be sure not to have chemical additives on the peel as it is part of the recipe)
50 g of sliced mortadella
250 ml of cream
Some pistachios
Some butter, pepper, parsley, salt

Grate the peel of two lemons (take care not to include the white part as it is bitter!). To make it easier put a piece of cookie sheet on the grater and use also the part of peel deposited between the teeth of the grater itself. Squeeze one lemon and keep its juice apart.
Cut the sliced mortadella very thin to obtain small “crumbs” and roast them in a pan with a spoon of butter. Please, roast and not burn! So, take care of them while cooking.
Turn off the stove, and add all the cream, salt, pepper and parsley as you like.
Cook the tagliolini. Consider that you need more or less 2 l of boiling water, one spoon of salt, and not more than 4 minutes. Strain the pasta and dip into the sauce. Turn on again the stove and let blend all the ingredients for a couple of minutes.
Add the finishing touch with some grated pistachios.
All the preparation takes not more than 10-15 minutes including cooking time.

lunedì 13 dicembre 2010

Torta geologica

Accolgo l'acuta osservazione di una fra le assaggiatrici ufficiali di questa mia torta, preparata ieri per conferire la mia personale benedizione ad una serata dedicata al biliardino. Molti strati e frutta secca come fossili. La base della ricetta risale per l'appunto all'alba dei tempi e la devo alla mamma di una mia storica compagna di scuola. Poi le interpretazioni personali per questo tipo di dolce si sprecano!
Eccovi dunque la ricetta, che d'ora in poi considererò l'omaggio alla disciplina che non ho mai finito di studiare.

La torta nuda (senza la meringa sovrastante)
100 g di zucchero + altri 100 g per la meringa
3 uova
150 g di burro fuso intiepidito
300 g di farina
100 g di mandorle sbucciate tritate finemente
1 busta di lievito per dolci
Per il ripieno lasciate galoppare la fantasia: personalmente ieri ci ho messo un dito di nutella, amaretti sbriciolati e nocciole intere. Una validissima gustosa alternativa è: strato di amarene allo sciroppo, strato ordinato di amaretti pucciati (voce del verbo intingere) nello sciroppo alle amarene. Va da sè che per questa alternativa le amarene allo sciroppo sono una materia prima imprescindibile. Non so se le vendano e come siano, io conosco e amo quelle che preparava la mia nonnona, e ancora come lei le continuo a preparare e ad amare (posterò il procedimento quanto prima).

Separate i tuorli dagli albumi e lavorate i tuorli con 100 g di zucchero fino a che saranno chiari e spumosi. Meglio è che un po' di albume resti in compagnia dei tuorli piuttosto che una particella infinitesimale di tuorlo finisca negli albumi: orrore e raccapriccio, non si monteranno mai più.
Aggiungete il burro fuso a poco a poco, mescolando per amalgamare. Infine è il turno della farina e del lievito. Vi accorgerete che inizierete a far fatica a mescolare perchè il composto assumerà la consistenza di una pasta, che dovrà essere omogenea, liscia e ben malleabile. Terminate la fase di impasto velocemente con le mani e mettete la vostra base in frigo, pace all'anima sua e proseguite.
Il ricciolo di cemento degli albumi montati
Aggiungete agli albumi un pizzico di sale (un must). Montate "a neve ben ferma", come si dice in ogni ricetta: ovvero, sollevando le fruste il composto dovrà somigliare al cemento, dovrà cioè mantenere il ricciolo. A questo punto aggiungete un po' per volta i 100 g di zucchero, sempre andando di fruste. Otterrete un cementissimo, potrete capovolgere la ciotola senza che si sposti, e sarà lucido e di un bianco smagliante. Per tutta l'operazione meringa ci vorrà almeno un quarto d'ora. Unite le mandorle tritate, mescolando dal basso verso l'alto e non come per fare una crema, altrimenti rischiate di smontare tutto.
Riprendete la base che avete messo nel frigo. Stendetela con il mattarello, in modo da riuscire a renderla sottile e uniforme (non deve essere alta più di mezzo centrimetro). Se la pasta dovesse appiccicare aiutatevi con poca farina.
Distribuite all'interno il ripieno che avete scelto e ricoprite con la meringa, spalmandola per bene. Infornate a 180 °C (meglio ventilato, ma se non lo avete non penso che la torta si offenderà) per circa 25 minuti. Se la meringa dovesse scurirsi troppo in anticipo, proteggetela con un foglio di alluminio.

English version:

I named this pie as geological because it is composed by various layers and it includes some dried fruit in between which plays the part of the fossil content. Here my tribute to the science I’ve been studying still now.
This is what you need:
120 g of sugar + 100 g for the meringue
3 eggs
150 g of tepid melted butter
300 g of white flour
100 g of finely minced almonds
1 sachet of baking powder
1 glass of Nutella (or analogous chocolat cream)
some hazelnuts (or other dried fruit)

Take apart the egg whites (pay attention not to mix even a small part of whites with some yolks!) and beat the yolks with 100 g of sugar: you should obtain a light yellow colored frothy cream. Add slowly the tepid melted butter  continuing to mix the cream. The mixing should start to become harder and to change into a homogenous, smooth pastry. Finish to knead quickly the pastry by hand and put it into the fridge.
Add a pinch of salt into the egg whites and beat them until stiff: at the end of this phase the mixing should be nearly solid. Add now 100 g of sugar little by little continuing to beat. After 15 minutes more or less, the mixing should appear brightly white. Mix carefully the minced almonds into the meringue.
Take the pastry you prepared before and roll it not more than 0,5 cm thick. If the pastry is sticky use some flour. Put the pastry on a baking sheet and then into the tin, and add the Nutella and the hazelnuts. Coat the filling with the meringue.
The pie needs almost 25 minutes of cooking into the oven at 180 °C. If the meringue starts to become dark too early protect the pie with an aluminium foil.

sabato 11 dicembre 2010

Cancun can (?)

Non so quanto se ne sia parlato nei telegiornali negli ultimi giorni, ma seguo attraverso la testimonianza in presa diretta dell'amico Luca Lombroso la conferenza Onu sul clima che si svolge a Cancun in Messico e trovo conferma oggi del fatto che si sia conclusa con successo. E' stato infatti trovato un accordo, sottoscritto da tutti gli stati ad eccezione della Bolivia, per tagliare le emissioni dei gas serra del 25-40% entro il 2020 rispetto ai valori del 1990. Quale siano tuttavia, nazione per nazione, i valori fissati e le modalità per raggiungerli non è stato determinato, e si è rimandato al prossimo anno la definizione di criteri precisi e inderogabili.
Praticamente, sono ormai tutti concordi sul fatto che il problema ci sia e che occorra fare qualcosa, ma ho l'impressione che non si sappia ancora bene come e ho l'impressione che non si sappia perchè non si sa nemmeno se si può ancora fare qualcosa per arrestare il surriscaldamento e le conseguenze che esso provocherà.
La matematica non sarà mai il mio mestiere, e quindi lascio a persone più logiche di me la valutazione delle cifre; mi limito pertanto ad alcune personali considerazioni sull'argomento. La temperatura è aumentata molto velocemente e su scala globale nell'ultimo secolo. Si ritiene che il motivo di un innalzamento tanto repentino risieda nel sempre maggiore ricorso ai combustibili fossili (soprattutto petrolio), diventati oramai indispensabili per spostarsi, riscaldarsi, lavorare, viaggiare, mangiare, costruire, in definitiva per vivere. Le fonti alternative, cosiddette rinnovabili, pur avendo teoricamente enormi potenziali, immagino che siano ancora troppo costose dal momento che, almeno in Italia (dove pure c'è un gravissimo deficit di lungimiranza), sono ristrette a poche nicchie. D'altra parte la popolazione mondiale è in continuo aumento...e più persone = più consumi = più petrolio bruciato = più gas serra = più surriscaldamento (e tra l'altro = meno petrolio = prezzi più alti). A me questo sembra un sillogismo pressoché inattaccabile.

Bene, volendo contrastare il surriscaldamento occorre andare a ritroso e tagliare le emissioni di gas serra, che è poi quello che si propongono le nazioni unite. Come si tagliano? Meno petrolio bruciato, certo, l'economia verde, le fonti rinnovabili. Ma ho idea che fino a che non raschieremo letteralmente il fondo del barile, ben pochi (e tra quei pochi scommetto che non ci saremo noi italiani) accetteranno di sobbarcarsi investimenti maggiori. Ma andiamo ancora a ritroso, meno consumi. Per ridurre i consumi, mi pare, esistono due strade, meno popolazione, ma sarebbe piuttosto difficoltoso, oltreché giustamente impopolare, imporre un contenimento globale delle nascite, oppure cambiare radicalmente lo stile di vita che in 50 anni ha fatto degli abitanti dei cosiddetti paesi industrializzati delle cellule impazzite che stanno diffondendo una metastasi ormai insanabile in tutto il Pianeta. 
Spesa settimanale di una famiglia britannica
Nessun politico mai ne parla, e ne comprendo le ragioni di opportunità diplomatica, ma io credo che la chiave di qualsiasi seria battaglia contro il surriscaldamento, e tutte le problematiche che ad esso sono concatenate, e cioè l'esaurimento delle risorse, il deterioramento del Pianeta, l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, debba necessariamente passare attraverso una riduzione dei consumi. Questo maledetto PIL, su cui tutte le forze politiche concordano che debba aumentare aumentare aumentare, oddio è calato di mezzo punto, oddio la crisi...deve calare, o almeno dovrebbe se si vuole perseguire una soluzione realistica.
Spesa settimanale di una famiglia del Mali
Il periodo natalizio da questo punto di vista è illuminante. File, code, calche, spintoni, corsa alla bulimia consumistica sono all'ordine del giorno. Nella mia città hanno da poco aperto due nuovi grandi centri commerciali, che sono costantemente presi d'assalto, come se tutti quanti ci fossimo resi conto solo ora che ci occorre assolutamente l'ultimo modello di scarpe da ginnastica o la tuta da sci.
Corale alla fine del viaggio, la nave che affonda e noi che ce ne stiamo ad ascoltare l'orchestra che suona. Ma la nave intanto affonda.
   

mercoledì 8 dicembre 2010

Torta di carote e mandorle

...o carote, mandorle e nocciole (come ho fatto io oggi) o anche noci. Essenzialmente però di carote. Avete presente quelle merendine di una marca nota, molto gustose e tutto sommato "sane". Ebbene, queste autoprodotte sono ovviamente ancora meglio, perchè potete scegliere le materie prime, siete certi di non metterci conservanti nè coloranti, realizzate un prodotto senza imballaggi (le merendine invece ne hanno almeno 8: involucro esterno di plastica, vassoio in cartone, involucro in plastica per ogni merendina), imparate a confezionare una colazione o merenda o spuntino buono e veloce.
Io oggi ho utilizzato l'impasto per realizzare dei muffin (che vengono molto bene), ma la ricetta nasce per una normale torta.
La ricetta l'ho presa da un bell'opuscolo intitolato "In dolce compagnia" di Federica Giusti. Ecco cosa vi serve:
200 g di carote sbucciate
150 g di mandorle o altra frutta secca
3 uova
150 g di zucchero
80 g di burro fuso tiepido
150 g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci


Tritate carote e frutta secca. Sbattete le uova con lo zucchero: è un'operazione non scontata, da cui dipende la buona lievitazione della torta e che anzi nel pan di spagna fa compiere il miracolo di farlo gonfiare senza necessità del lievito. Significa che il composto deve diventare giallo pallido, bello arioso e spumoso, ci vorrà almeno un quarto d'ora con la frusta elettrica, assai di più se usate il manodomestico;) Unite quindi il burro fuso, la farina e il lievito, e da ultimo le carote e la frutta secca. Amalgamate con un cucchiaio....assaggiate: è buonissimo!
Ora non vi resta che versare il tutto in una teglia da torta di circa 25 cm di diametro (ovviamente con carta da forno), oppure negli stampini da muffin (ne vengono 12). Si cuoce in forno già caldo a 180°C per circa mezz'ora se fate la  torta, 20 minuti per i muffin. Quando la torta o i muffin si sono un po' raffreddati spolverizzate di zucchero a velo.
In totale avete impiegato 40 minuti del vostro tempo. Oggi era giorno di festa e non poteva mancare la parentesi culinaria...e domani avrò una colazione salutare per me e per l'ambiente.

domenica 5 dicembre 2010

Lo Schiaccianoci di Rapunzel

Questo finesettimana ho intercettato due occasioni di intrattenimento che suggerisco, e che peraltro non mi hanno fatto pesare il mio primo weekend di teledipendente in fase di disintossicazione.
Sabato sera lo Schiaccianoci di non mi prendo nemmeno la pena di tentare di scrivere quel nome ma tanto avete capito di chi parlo, messo in scena dalla compagnia nazionale croata al teatro comunale di Modena. Purtroppo l'ultimo giorno era oggi, ma il concetto è: il balletto classico è qualcosa di sublime!!!! Non è che il mondo sentisse l'esigenza che lo scoprissi io, ma ci tenevo a confermare questa affermazione. E ci tenevo a suggerire il teatro come concetto. Al ginnasio avevo una beluina professoressa di latino e greco che il teatro ce lo imponeva: edipi re, otelli, enrichi ottavi, locandiere, arlecchini servitori di due padroni, zii vanja, ben poco è sfuggito alla mia tabella di marcia di liceale vessata. Ricordo accoccolamenti in grosse sciarpe che accoglievano i miei sonni in platea e addirittura accampamenti sui pavimenti dei palchi per sopravvivere a Re Lear. Ci ho impiegato 15 anni a riprendermi. Adesso, superata la soglia dei 30 anni e galoppando verso quella dei 31, ho deciso di mettere da parte il passato e dare al teatro una seconda possibilità. Non è un passatempo economico, ad eccezione che per i fortunati ultrasessantenni che irridono noi squattrinati dalle loro comode platee: con 20 euro ci si accaparra una postazione qualitativamente scricchiolante, ma già solo con quella ero a bocca aperta, figurarsi se fossi riuscita a vedere il balletto per intero! Quella gente vola letteralmente, inspiegabilmente, eppure dalla mia postazione a ridosso del palco li vedevo dietro le quinte intenti a fare cose umanissime come bere e massaggiarsi i polpacci. E che dire delle musiche poi? Visto che non ne capisco niente non dico niente, mi limito soltanto a dire che storia! Ah, la vicenda raccontata nello Schiaccianoci è talmente assurda che dubito fortemente della lucidità di chi l'ha scritta. Ma già ti pare che sia un regalo di cui essere così tanto fieri uno schiaccianoci?? Bah. Comunque questo non è il punto. Il punto è viva il teatro!
Seconda scoperta, questa al cinema (oh, ma quanto costa??!!! 8 EURO E 50 MA DICO STIAMO SCHERZANDOOOOOOO). Rapunzel. Il nome è abbastanza fastidioso, ok, ma la trama è molto avvincente. Ci si commuove....beh....no, si versa proprio qualche lacrimuccia. Si ride, si sogna. Unico neo, forse, troppe inutili canzoncine, come in molti film d'animazione degli ultimi anni mi pare. Lei, Rapunzel, è un'eroina adorabile, forte, romantica, sognatrice, determinata, generosa. Lui è praticamente un'icona sexy formato famiglia. Tanti personaggi divertenti, alcuni molto inquietanti. Non so se sia adatto ai bambini, sicuramente non al di sotto dei 6-7 anni. Ipotizzo che il bambino ululante che c'era al cinema stasera (3 anni al massimo) fosse d'accordo con me.

La saponificatrice di Modena

...molto meno cruenta della collega di Correggio, oggi ho deciso di prepararmi in casa un detersivo da lavatrice a base di sapone di Marsiglia ispirandomi e personalizzando una ricetta che ho trovato su vari siti internet.
Ho scelto un sapone di Marsiglia di marca nota, di quelli comunemente venduti per il bucato a mano. La prossima volta credo che farò di meglio e ne sceglierò uno biologico, magari da erboristeria, per la cosmesi, in modo da essere certa che il mio sapone di Marsiglia non contenga sostanze che sarebbe in ogni caso meglio evitare.
Spaghetti di sapone di Marsiglia
Detto questo, ecco cosa ci ho messo:
- 1 panetto di sapone di Marsiglia (circa 250 g)
- 3 l di acqua
- 4 cucchiaini di bicarbonato
- 2 tappini di acqua di rose (tonico per il viso)
- 2 gocce di olio essenziale all'eucalipto

Riducete il sapone a scagliette utilizzando una comune grattugia per le carote; nel frattempo portate a bollore 3 litri di acqua, in cui scioglierete 4 cucchiaini di bicarbonato (non spaventatevi: quando introdurrete il bicarbonato si produrrà una certa effervescenza!). Quando l'acqua sarà ben calda, abbassate la fiamma e aggiungete le scaglie di sapone a poco a poco, sempre mescolando. Le scagliette dovranno sciogliersi completamente.
Tutta l'operazione richiede circa 20 minuti, più il tempo necessario al raffreddamento e quindi all'imbottigliamento.
Se inavvertitamente aveste messo poca acqua e, come è capitato a me, dopo il raffreddamento vi ritrovaste una massa non più liquida bensì gelatinosa e anzi tendente al solido, non perdetevi d'animo e aggiungete un po' d'acqua calda, eventualmente ponendo ancora sul fuoco. Una volta comunque messa la giusta quantità di acqua la massa rimane liquida e potrete quindi versarla come un normale detersivo.

Pubblico questo post dopo avere effettuato un lavaggio con questo detersivo, su bucato colorato a 60°. Ho messo la dose di detersivo autoprodotto equivalente a quella di un detersivo normale e ho aggiunto nel cestello un cucchiaio di bicarbonato al posto dell'ammorbidente.
Risultato: nessuno slimer di schiuma è stato eruttato dalla lavatrice, come aveva minacciosamente preventivato qualche malfido parente. Il bucato è pulito e molto morbido, nessun segno di sapone sui panni scuri. Unico "difetto", il profumo è molto vago; dimenticatevi insomma il noto "profumo di pulito" (artificialissimo) cui ci hanno abituato i detersivi tradizionali. Si potrebbe provare con qualche goccia in più di olio essenziale, magari scegliendone uno agli agrumi o alla lavanda. Proverò.

mercoledì 1 dicembre 2010

Messaggio per i telespettatori dell'Isola che non c'è

Sono mesi che ci martellano con messaggi perentori: "Avviso ai telespettatori della tal regione. Dalla tal data questo programma sarà visibile SOLO sul digitale terrestre. Per continuare a vedere questo programma E' NECESSARIO dotarsi di un decoder o di un televisore con decoder incorporato."
Della serie o si fa il decoder o si muore.
Benvenuti nell'era del digitale terrestre, della tv interrattiva, dell'alta definizione: la tv del futuro, milioni di canali, mediaset premium, sky, tv on demand, pay per view, iris, mia, shopping media video.

Mi sono chiesta perchè, che senso avesse, infondo chi vuole più canali ha la possibilità di pagarseli per lo meno dai tempi di tele+. Nè giudicavo come una necessità plebiscitaria vedere una Barbara D'Urso altamente definita o un C'è posta per te interattivo. L'hanno fatta passare come una normale evoluzione tecnologica: da 1 canale si è passati a 2, da 2 a 3, da 3 a 6, dal bianco e nero ai colori. Una normale evoluzione che deve normalmente passare attraverso nuova circolazione di merci e di denaro (quanto meno è necessario comprare il decoder, uno per tv...normalmente), normalmente per la valutazione di eventuali nuovi abbonamenti da sottoscrivere perchè allora a questo punto pago un po' di più per vedermi la squadra del cuore o spiare i "ragazzi della casa" 24 ore su 24.
Ma naturalmente non c'è granché di normale alle nostre italiche latitudini, e alla fin fine quando senti che quella della Nuova Era del Digitale Terrestre è un trovata geniale per consentire a noi tutti di imbarcarci con Emilio Fede e Sentieri laddove la corte costituzionale li voleva spedire, in ossequio alla legge antitrust, tiri quasi un sospiro di sollievo e ti senti a casa.

Orbene, la mia televisione è effettivamente silente da ieri, addì 30 novembre 2010.
Nutrita a Isola dei famosi, Grande Fratello, X Factor, Amici, La Talpa, La Fattoria, Pomeriggio 5, Domenica in, Domenica 5, C'è posta per te, Uomini e donne, Chi l'ha visto, Quarto grado, Verissimo, L'Italia sul 2, La vita in diretta, L'eredità, Chi vuol essere milionario, Distretto di Polizia, Ris, Don Matteo, Un giorno in pretura, Amore Criminale, Il Commissario Rocca, I Cesaroni, Sanremo con relativo dopo-festival, Forum, Il ballo delle debuttanti, Beautyful, Vivere, Cento Vetrine, ben poco è sfuggito al mio curriculum di telespettatrice onnivora. Anni e anni di tv spazzatura mi legittimano dunque ad avere le convulsioni, gli spasmi, i sudori freddi. E' un mio diritto.
La tv come il frigorifero, un elettrodomestico di quelli che devono stare sempre accesi. La tv fa compagnia. Senza tv sei tagliato fuori. Mi serve il decoder, devo averlo, devo ritornare alla mia dose quotidiana di domenichecinque. O si fa il decoder o si muore. 
Ma dispettoso si insinua in me un ricordo...
Sto stirando. La tv mi serve, mi fa compagnia. Faccio zapping. Pubblicità, per lo più. E poi Rai1, la Vita in diretta, Mara Venier, un collegamento con Rosita Celentano, una domanda: Ma tu sei gelosa?. Gelosa no, sono possessiva. E che differenza c'è tra gelosia e possesso? Qualcosa in me deve essersi spezzato. Ai bei vecchi tempi avrei ascoltato la risposta, e invece ho messo su Geo&Geo, guardando di soppiatto se qualcuno mi avesse vista.

Messaggio per i telespettatori dell'Isola che non c'è.
Benvenuti nell'era del Digitale extra-Terrestre. Fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale, quello del vostro cervello. Per continuare a non sapere quale sia la differenza tra gelosia e possesso per Rosita Celentano è necessario tenersi il vecchio televisore. Dvd, videocassette, libri, internet, chiacchiere, passeggiate, aperitivi, sport, penichelle, pulizie domestiche, depilazioni, abluzioni, acrobazie sessuali, cinema, corso di giapponese, visite a parenti/amici trascurati, volontariato, conferenze, seminari, giochi di società, favole ai bambini, coccole agli animali domestici, la spesa per la settimana, la pasta fatta in casa, una visita in chiesa, la musica, il diario segreto, cene sociali, cene in solitudine, decoupage, teatro, balera, la settimana enigmistica, i quotidiani, Donna Moderna, un blog. Il silenzio.
Io l'ho già comprato...e tu?