Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

venerdì 10 giugno 2011

Convocatio ad referendum

Mi interrogavo sull'origine della parola referendum e spulciando in giro per la rete mi è venuta in soccorso l'encomiabile tesina svolta da qualche solerte studente: si intitola La grammatica della costituzione italiana. Se ne suggerisce la somministrazione a certi analfabeti istituzionali che, pur sedendo sui propri alti scranni in rappresentanza del popolo sovrano, si permettono di dire che il referendum è "un fallimento del legislatore", "inutile", e che pertanto non andranno a votare.

Il termine referendum risulta essere un latinismo introdotto nella      
seconda metà del 1800 in Svizzera nel linguaggio politico derivato      
dell’espressione latina referendum “cosa che si deve registrare” gerundivo da referire . 
L’espressione “convocatio ad referendum”, in uso frequente     
nel linguaggio amministrativo e diplomatico, indica alla lettera:      
convocazione per riferire.      
La Costituzione Repubblicana prevede il referendum, come istituto      
di democrazia diretta in diversi articoli, in relazione ai differenti tipi      
di leggi su cui i cittadini possono deliberare attraverso questo tipo di      
intervento. Il referendum abrogativo rappresenta sicuramente una      
delle forme attraverso le quali il popolo detiene ed esercita la sovranità      
popolare, secondo quanto stabilito come principio fondamentale all’art.1.      
In sede di Assemblea Costituente si affermò che la previsione dell’istituto     
del referendum serviva ad attuare in maniera più piena il      
principio della sovranità popolare ed era necessario per “ togliere al      
Parlamento il carattere di solo organo sovrano”.      

Quanti oggi si rallegrano del...ops...referendum (!) che il 2 giugno del '46 ha reso l'Italia una repubblica e non più una monarchia, il 12 e 13 giugno vadano a votare. Non è vero che votare è un diritto, e non è nemmeno vero che sia un dovere: è un onore.
E per non cedere all'amarezza dei suddetti analfabeti istituzionali, ridiamoci sopra...

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