Una frase, fu una sola semplice frase che mi convinse a prendere il mio primo gatto, Romeo, detto il Rude.
E ancora una volta una frase (quella qui riportata), mia questa volta, ha convinto un'amica ad aprire la sua casa a due gattine e ne sono molto orgogliosa.
Alla luce del mio recente successo mi sento pertanto corroborata a perorare ulteriormente la causa gatta.
Di questi tempi, credetemi, è essenziale. Con la crisi che avanza, le certezze che vacillano, i dubbi che aumentano, i rapporti interpersonali che si fanno più tesi: un gatto che vi aspetta a casa è quel che ci vuole. Se poi i gatti sono due i benefici si elevano al quadrato (e i "disagi" restano gli stessi che con un solo gatto) (n.d.r Ecco...ehm...se sono tre (in 60 mq) probabilmente avrete qualche disagio in più e avrete la certezza che siete un po' matti).
L'accoglienza che il gatto vi riserva non è quella spasmodica e pretenziosa del cane: animale meraviglioso, tutto adorazione e dedizione per il padrone, ma un tantino ansiogeno in questo periodo in cui ci sentiamo piccoli ingranaggi di un sistema che pretende da noi sempre di più, sempre meglio, sempre più veloce, sempre al minor prezzo. Il gatto ha una presenza composta, tutta modulata sul modo in cui voi avete voglia di porvi con lui: e se non lo abituerete ad essere di norma salutato, considerato, coccolato si costruirà in un batter d'occhio quella corazza sprezzante e altezzosa che gli è valsa l'immeritata fama di animale poco empatico.
Prendete un gatto (due, che è meglio), amatelo, e lui vi amerà.
Vi amerà soltanto perchè gli date da mangiare. Balle. I miei gatti apprezzano i cat-sitter che li nutrono in mia assenza, magari li blandiscono per essere sicuri di avere il cibo, ma amano me.
Prendete quindi due gatti, amateli, e dedicatevi al cat-watching.
Ogni gatto ha la sua "faccia", le sue espressioni, il suo modo di miagolare (o non miagolare affatto), i suoi comportamenti buffi, le sue posizioni per dormire, i suoi rifugi, le sue reazioni rispetto alla paura, il suo modo di giocare, di esplorare, di fare le fusa (o non farle), di vivere l'ambiente circostante, di rapportarsi ai suoi simili, agli umani che conosce e a quelli che non conosce. Insomma, il suo carattere. Miriadi di possibilità di osservazione.
E perchè mai dovrei farlo, vi chiederete. Per stare meglio. Per staccare, anche solo per pochi minuti, dalle preoccupazioni e dai pensieri cupi, dalla noia, dall'insoddisfazione, dalla giornata che è andata storta, dalle cose che vorremmo e non arrivano, dalle cose che non vorremmo e arrivano, dalle cose che nemmeno noi sappiamo come le vorremmo davvero.
Al mio amor Rude, Romeo. Perchè anche se hai paura di un'aspirapolvere è bello giocare a fare l'impavido esploratore scalatore di alberi (nel giardino recintato e senza nemici).
Al mio amor Baldoso, Baldo. Perchè se qualcuno ti pesta la coda è più facile pensare che una forza sovrannaturale ti abbia fatto del male e non certo quel qualcuno che tu ami tanto.
Al mio amore Oscarino, Oscar (Pistorius). Perchè se anche sei zoppo, l'importante è fare come se non lo sapessi.
Romeo |
Oscar |
Baldo |
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