Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

martedì 19 giugno 2012

Se lo puoi sognare lo puoi fare

Questa frase campeggia qua e là nella zona del recente Museo Casa Enzo Ferrari. L'ho notata da un po' e mi è proprio piaciuta.
Esistono cose che non si possono sognare, perchè contravvengono ad alcune leggi fisiche. Non si può sognare l'immortalità. Nè di far tornare sulla mensola quel prezioso vaso ming che ci è appena caduto andando in mille pezzi. Cose impossibili.
Ne esistono tante altre per le quali nulla ci impedisce tecnicamente di sognare che si realizzino. Tutte queste cose quindi tecnicamente possono realizzarsi. Cose improbabili ma non impossibili.
La patente di sognare cose strampalate in nessun accordo l'una con l'altra l'ho ricevuta in ben giovane età. Cosa vuoi fare da grande? La gelataia o il giudice. Questa mia prima espressione di caos interiore circa la mia vita professionale la dice lunga.
Quella patente lì credo sia una delle eredità della mia nonna. La sua era una fede religiosa incondizionata nella provvidenza divina, che negli anni si è declinata dentro di me come una fede immanente, tutta terrena, nel fatto che le cose buone, anche le più improbabili, possono accadere.
Sogno di cucinare per gli altri. E anche per me, si intende. Perchè si vive anche per mangiare, possibilmente bene e possibilmente in compagnia, anche di se stessi se si impara a starsi simpatici. Sogno di imparare a conoscere gli ingredienti, a sceglierli, per il loro gusto, ma anche in base alla stagione, al luogo, alle modalità di produzione. Sogno di imparare a fare i prodotti che oggi troppo spesso compriamo senza saperne niente. Come faceva la mia nonna.
Sogno di gestire una mia piccola attività, dove ci siano cucina, cultura, ambiente, passione, amicizia.
Mi ero detta che avrei utilizzato la forzata semi-disoccupazione estiva per trovare lavoro in un ristorante, per vedere da vicino il mio sogno e scontrarmi con il temuto risvolto della medaglia che, mi dicono i cinici, c'è sempre. Per capire se il lavoro in cucina può davvero fare per me. Per imparare il lavoro in una cucina che non sia la mia.
Ma ho 32 anni suonati, tanti titoli di nessuna attinenza e che quindi fanno giusto giusto "ma tu cosa c'entri qui", zero esperienza. Avrei dovuto incontrare -mi dicevo- qualcuno che scorga però l'entusiasmo e la curiosità e che mi dia l'occasione di provarci.
Improbabile, ma quel qualcuno l'ho incontrato. Non impossibile.
Dedicato a tutti i sognatori un po' sballati, ai balordi come me. Da assumere prima e dopo i pasti, appena svegli e prima di andare a dormire, in un periodo di stress, prima di una prova difficile: "se lo puoi sognare lo puoi fare".


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