Sarà che manca una fischiata alla fine dell'anno ed è tempo di bilanci, ma pure le polpette mi inducono a soffermarmi su quanto sono cambiata in quattro anni di fidanzamento e quattro di comunione abitativa con l'amorevole amato coinquilino. Per dirne una, temevo tutti gli animali del mondo, i gatti addirittura mi facevano un po' ribrezzo (molli come sacchetti di sabbia, dicevo): ora ho 3 gatti che adoro. Ero teledipendente, e più un programma era stupido e più me ne appassionavo: ora non ho più la televisione in casa.
E sono diventata una maestra del riciclo in cucina! Ormai è diventata una sfida all'ultima briciola di pane, l'ultimo rimasuglio di pasta, l'ultima crosta di formaggio. Sì perchè a cucinare piatti sontuosi con ingredienti sontuosi son buoni (quasi) tutti, ma ottenere piatti (almeno) degni e spesso pure sontuosi con ingredienti in bilico fra il piatto e il pattume non è roba da tutti i giorni. Eppure dovrebbe esserlo, perchè cestinare risorse in un pianeta che di risorse ne ha poche e riservate a pochissimi è immondo.
In tema di riciclo la polpetta la fa da padrona. Cosa non si può nobilitare in una polpetta? Quelle che ho fatto oggi racchiudono il ricordo dei miei tortellini in brodo e sono deliziose! Ci ho messo la carne e la verdura lessata avanzata dal brodo, un avanzo di ripieno dei tortellini (un paio di cucchiai), un avanzo di parmigiano grattugiato, ritagli di pancarrè sfuggiti ad un antipasto ammollati nel latte. Il tocco sornione: un po' di erba cipollina fresca (che altrimenti mi marciva in frigorifero). Tutto tritato e amalgamato per bene. Palline, pan grattato, fritte, sgrondate, salate. Orgogliose, estrose, sontuose.
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