Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

lunedì 4 aprile 2011

Chi ha paura dell'uomo nero?

Gli immigrati sono una delle merci di scambio più ghiotte per tirare acqua al proprio mulino. Anche la bomba ad orologeria di Lampedusa non sfugge a questa logica.
Da un lato, c'è chi cavalca la politica del fora di bal, facile da leggere per il commerciante che biascica uno stuzzicadenti al bar del dopolavoro. Dall'altro, c'è chi teorizza l'accoglienza e il così non si fa, dal morbido delle poltrone di chi non ha la patata bollente in mano. Il giovinastro con sottobraccio l'Unità accusa il commerciante di essere gretto e razzista, il commerciante d'altra parte accusa il giovinastro di non guardare alla concretezza e di parlare a vanvera...che quando poi te ne trovi uno in casa a rubare le tue cose ti voglio poi vedere.
In mezzo ci stanno coloro che dell'attuale emergenza immigrati si trovano a doversi occupare. Riunioni, visite, vertici, programmi, in un accavallarsi frenetico di iniziative da "emergenza improvvisa". Ma il bubbone immigrazione dal Nord Africa non è il terremoto in Giappone. E mi viene da domandarmi: in quali faccende erano affaccendati costoro negli ultimi mesi (se non anni)? non era forse la polveriera del Nord Africa anche sotto i loro occhi? e l'opposizione? invece di perpetuarsi nella discussione del nulla non poteva concordare col governo una strategia di intervento verso l'ineludibile? 
Mesi a (stra-)parlare di processo breve, vendendoci per epocali ovvietà del tipo "chi sbaglia deve pagare" (grazie), educandoci alla superficialità e all'appiattimento, a prendere per buone quattro litanie masticate in tv dai soliti uomini sandwich. Ed ecco che ci ritroviamo la guerra civile in casa, ma quello che balza alle cronache è una barzelletta, un investimento immobiliare, un degradante becero spettacolo di guerra civile messa in scena nella aule parlamentari.
Persone in fuga dalla guerra e dalla fame, e certo non si può pensare di chiuderle in una scatola, semplicemente sottratte alla vista di noi che qui ci facciamo il culo a pagare le tasse. Peraltro ho idea -sensazione personalissima e senza alcun riscontro oggettivo- che molti di coloro che la pensano così, le tasse non le paghino o le paghino solo perchè costretti, e che si arrovellino su ogni sorta di escamotage per pagarne il meno possibile.
Certo l'Europa dovrebbe dare una mano. E tuttavia scontiamo a mio giudizio anche in questo l'inconsistenza della nostra politica estera, lo sgretolamento della nostra credibilità, e adesso siamo un po' ridicoli a battere i piedi pretendendo di essere presi sul serio e che ci si fidi di noi.

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