Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

lunedì 18 aprile 2011

Asinello, dove vai?

Vado a scuola, non lo sai? 
Vai a scuola? Ma perchè? 
Vado a scuola come te. E se non studi, caro mio, il più bravo sarò io.
Filastrocca dal sapore antico, dai primi giorni di scuola la recitavo con la mia mamma. E non ho mai smesso, come del resto nemmeno di andare a scuola.
Mi verrebbe oggi da chiedermi se anche l'asinello di cui sopra abbia dovuto ostinatamente fronteggiare l'orda di professori di sinistra tesi ad inculcargli valori contrari a quelli della sua famiglia.
Un paese che non scommette sulla scuola PUBBLICA, che non la rispetta, non la sostiene, non la incoraggia, non la ascolta, non la tutela, non la difende, non la preserva, non la garantisce è destinato ad un decubito mortale di coscienze ed intelligenze, alla decomposizione, alla morte. Il sommo rappresentante di un paese che irride ed attacca la scuola pubblica, le sottrae risorse a vantaggio di quelle PRI-VA-TE (che, per definizione, a mio avviso non dovrebbero ricevere alcuna sovvenzione pubblica), compie l'azione più meschina e malevola nei confronti di quel paese che per primo dovrebbe amare e servire: lo fa marcire dal suo interno, fiaccando la consapevolezza, il senso critico, l'esercizio dell'opinione e del libero arbitrio dei più giovani. Datemi una schiera di marionette che assumono da decenni frizzi e lazzi e ruby e grandifratelli al posto di cultura, storia, scienza, perchè quella roba lì è di sinistra ed è contraria ai valori della famiglia, e io avrò campo libero per farmi gli affari miei e nessuna di quelle marionette saprà scuotere la testa in segno di dissenso.
Un uomo delle istituzioni che attacca i magistrati mi fa orrore ma ne comprendo la logica, dal momento che quest'uomo è un disonesto: tenta di salvare il salvabile, il grande orto di privilegi conquistato per sè, i suoi amici, familiari, lacché. Un uomo delle istituzioni che attacca la scuola pubblica mi fa ancor più orrore, perchè leggo in questo non più e non solo tutela del proprio interesse, ma vilipendio del mio interesse, di quello dei giovani, di noi tutti.
Elementari, medie, liceo alle scuole pubbliche. Scuole non sempre idilliache. Casi sociali, casi umani, casi da manicomio (anche tra gli insegnanti); ne ho viste tante da raccontar. Non sempre si puntava all'eccellenza, spesso di tirava a campare cercando di perdere per strada meno ragazzi possibile, e già questo di per sè lo trovo eroico da parte di quei maestri e professori che ce l'hanno messa tutta per farlo. Vorrei testimoniare comunque che nè l'eccellenza nè la pretesa di un surrogato di mondo supposto perfetto (senza immigrati, senza ragazzi difficili, etc) sono condizione necessaria e sufficiente per una buona istruzione e nemmeno per la formazione umana. Io le mie occasioni di crescita le ho trovate, eccome, nelle basse scuole pubbliche che ho frequentato e nonostante i professori di sinistra comunisti ed eversivi che ho incontrato.
Per loro, per quelli che più di altri mi hanno lasciato qualcosa o molto di più, lancio nell'etere questo post.
Opromolla Angela, Cappi Silvia, Mazzi Carla, Tarallo Paola, Coppelli Maria Grazia, Di Re Anna, Melotti Paola, e su tutti Cavazzuti Roberta.  

2 commenti:

  1. Ciao! Sono d'accordo con te quasi su tutto. L'unica cosa che non condivido forse è l'eroicità dei professori che cercando di salvare quelli che della scuola se ne fregano altamente, penalizzando di conseguenza quelli che i libri li aprono. Certo i voti non contano alla fine dei giochi, eppure promuovere chi non lo merita non è sano secondo me. Oggi che non vado più a scuola, che non ho il capitolo da studiare per domani, penso che il voto non vale molto e che a niente serve un 6 regalato il 30 maggio se quel ragazzo non è stato stimolato, incuriosito, appassionato, spronato a ragionare.
    Per il resto sono d'accordo con te.
    Ciao ciao

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  2. Ciao! Grazie del commento. Quando parlavo dello sforzo di non perdere per strada i ragazzi non pensavo a voti regalati, ma proprio al fatto di stimolare, incuriosire il maggior numero di ragazzi. Credo che far intuire il valore di imparare qualcosa, sviluppare il senso critico in qualche ragazzo in più, sia enormemente più importante di un voto o di un capitolo da studiare.

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