Ai TG nazionali minimizzano, ma la bassa modenese è sott'acqua. Piove sul bagnato peraltro, anzi, sul terremotato.
E certo che minimizzano! La catastrofe non fa notizia se non ci scappa nemmeno un morto. Tutti noi stiamo incollati alla tv per la macabra conta dell'alluvione in Sardegna, mentre nemmeno ci ricordiamo in che anno sia stata l'ultima in Veneto, anch'essa pressoché ignorata dai media nazionali, come lamentarono i residenti.
Non fanno notizia il dissesto idrogeologico, il cambiamento dell'uso del suolo, il riscaldamento globale.
Va di moda la scienza dei record (è un killer più spietato il coccodrillo del Nilo, lo squalo bianco o il boa constrictor?), delle domande improbabili (4000 anni fa in Pakistan ci fu un'esplosione nucleare? n.d.r. domanda vera dalla puntata di Voyager del 20 gennaio), delle donna avventura e dei Bear Grylls.
In un paese di terremoti, vulcani, frane, alluvioni la geologia è insegnata poco e male, ignorata nelle pianificazioni territoriali, umiliata e offesa nel day after quando si lamenta il non detto, il non previsto, il non fatto.
Si potrebbe parlare di corsi d'acqua deviati, alvei depredati, terreni naturali antropizzati, una natura torturata e piegata alla nostra necessità di spostarci più velocemente, mangiare di più, divertirci di più, cambiarci d'abito più spesso, costruire, ampliare, crescere. Ognuno il suo pezzetto, tutti in fila in una corsa fatta guardandosi solo la punta dei piedi, non un metro dietro di noi, non un metro davanti.
Ma di questo non si parla. Si parla di nutrie. Troppe. Dannose. Probabilmente. Ma intanto ricordiamoci che il biglietto intercontinentale dal Sud America glielo abbiamo pagato noi, per farci pellicce oggi di scarso successo (ma va? ci voleva una strategia commerciale! E diciamolo: le pellicce sono contestabili in sè, ma le pellicce di castorino, ovvero di nutria, fanno schifo). E poi per una volta ammettiamolo, con tutto quello che ci sarebbe da dire, da approfondire, da capire, a star qui a parlar di nutrie siamo ridicoli.
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