Io le dissi ridendo -Ma signora Aquilone, non le sembra un po' idiota questa sua occupazione?
Lei mi prese la mano e mi disse -Chissà? Forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.

mercoledì 7 gennaio 2015

La libertà di essere inopportuni

Da www.corriere.it
Tra le tante vignette satiriche di Charlie Hebdo mostrate in queste ore, ho scelto questa.
L'ho scelta perchè la trovo inopportuna e di cattivo gusto. Irride la religione che permea l'ambiente in cui io sono cresciuta, quella del catechismo che ho frequentato, dei sacramenti che ho fatto, di molti dei valori in cui tanti miei connazionali (credenti, praticanti, atei) si riconoscono.
Per me, come per colei che, da afroeuropea e musulmana, firma questo post (lo consiglio!), si può e si deve ridere di tutto. E aggiungo che  tutte le libertà, anche quella del cattivo gusto, devono essere difese. Perché la nostra storia, quella dei cittadini dell'Unione europea, ha attraversato tanti dolorosi capitoli in cui persone sono morte per difendere le libertà che oggi noi possiamo dare per scontate.
Mi sono interrogata ultimamente, e ancora più oggi, sull'islam. Ho letto e riletto il post di cui sopra...."A ogni attentato vorrei urlare e far capire alla gente che l’islam non è roba di quei tizi con le barbe lunghe e con quei vestiti ridicoli. L’islam non è roba loro, l’islam è nostro, di noi che crediamo nella pace." 

Pochi giorni fa, a Istanbul, in visita alla moschea blu, una signora con il capo velato è entrata nella parte riservata ai fedeli, transennata per i turisti. Appena l'agente della sicurezza se n'è accorto, l'ha subito raggiunta e allontanata. Le donne, ancorché musulmane, non possono pregare dove pregano gli uomini, ma in un'area riservata.
Io non riesco a vedere libertà in una religione che permette ancora questo. Non riesco a vederci pace, nè uguaglianza. Certo, l'islam non è quello dei fanatici che sparano o sgozzano; ma non è nemmeno, mi pare, una religione che accetta e accoglie. Siamo diversi, ancora tanto diversi.
In tutte le religioni c'è un sotteso di oscurantismo e superstizione; e anche il cattolicesimo, che ha radici più antiche, ha conosciuto una lunga parabola di odio e intolleranza. Probabilmente siamo sfasati di qualche secolo.
Inutile e dannoso esacerbare le differenze; ma forse anche negarle.


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sabato 3 gennaio 2015

Roma-Istanbul e ritorno (con gaudio)

Per la serie non ci manca neanche al lat ed galeina (vedi post precedente), lo scorso mese di dicembre mi sono attraversata con disinvoltura l'Impero Romano da Occidente ad Oriente: weekend romano e viaggetto di capodanno a Istanbul. Ed è su quest'ultima che posterò le mie impressioni; e non perché Roma sia meno degna di suscitarne (anzi, mi si permetta di pensare il contrario).
L'ho pensato, in ordine sparso, di Barcellona, Praga, Brema, Berlino, Amsterdam, Lipari, l'Isola del Giglio: qui ci verrei a vivere. Non l'ho pensato di Istanbul; città che merita sicuramente una visita, ma che sta bene dove sta. Enorme, caotica (13 milioni di abitanti!), perennemente inghiottita da file di auto-immobili che urlano col clacson la loro frustrazione, brulicante di bambini abbandonati a se stessi che chiedono l'elemosina o improvvisano scenette per aggirare i turisti, con collegamenti non all'altezza di una città così sterminata. Inoltre non è così economica come ci si aspetterebbe, almeno nelle zone turistiche, e le file per i monumenti principali possono essere davvero estenuanti. Una notazione sul meteo: dicembre è il mese più piovoso (piove 1 giorno su 2), e può anche nevicare e tirare vento freddo.
Per quanto riguarda il cibo...ecco, a Istanbul il concetto di "cucine del mondo" non è arrivato: i ristoranti più esotici sono dei tristi ristoranti italiani o i fast food. Quindi, kebab. Col pane, col riso, con le verdure, ma sempre kebab. Provate il tè turco!
Di seguito le attrazioni plurisegnalate dalle guide, tutte nella parte vecchia (europea) con i miei commenti/suggerimenti:
- Moschea blu. Splendida all'esterno, ma all'altezza della sua fama anche all'interno. Purtroppo l'ingresso, peraltro gratuito, può costare ore di fila. Un buon modo per aggirarla si è rivelato essere quello di aggirarsi nella piazza antistante il venerdì 30-40 minuti prima dell'apertura, che quel giorno è alle 13.30 causa preghiera. Le donne devono indossare il velo e tutti si devono togliere le scarpe all'ingresso. Ci sono comunque altre moschee più piccole, meno celebri e meno prese d'assalto molto suggestive.
- Basilica di Santa Sofia. Di fronte alla moschea blu. L'intento del sultano che fece costruire quest'ultima era quello di affermare il potere ottomano rivaleggiando in maestosità e bellezza con Santa Sofia. Intento a mio parere pienamente raggiunto. Santa Sofia è stata deludente e l'ingresso costa 30 lire turche (circa 10 euro); ho apprezzato più che altro i tanti mansueti gatti che la popolano. A proposito, Istanbul è la città dei gatti: sono ovunque e se la passano alla grande, si lasciano accarezzare e fotografare volentieri.
Il bazar delle spezie
- Cisterna-Basilica. E' un acquedotto romano, del 500 d.C.. Costa 15 TL e se ci andate la mattina presto potete evitare la coda (nel mio caso, ho approfittato di un 31 dicembre assai morigerato per andarci il 1° gennaio quando mezza città probabilmente dormiva ancora). STU-PEN-DA. Si deve vedere.
- Topkapi (palazzo del sultano). Costa 30 + 15 (per l'harem) TL; l'harem è la parte più bella, quindi conviene fare il biglietto intero. Le file per biglietto, poi ingresso, controlli di sicurezza, cancelli automatici possono essere delle carneficine. Ma il posto (e il diamante del sultano) merita.
- Gran Bazar e Bazar Egiziano (mercato delle spezie). Impressionanti. C'è da perdersi e infatti ci si perde ed è bello così. E' il più grande mercato coperto del mondo. Una meraviglia.
Nella parte nuova non c'è molto di diverso da qualsiasi grande città. Segnalo però il mercato del pesce e il quartiere Tophane, dove troverete moltissimi bei locali dove fumare il narghilè, davvero da provare.
Se non siete appassionati di moschee o altri edifici religiosi, 3-4 giorni sono sufficienti per farsi un'idea della città...e tornarsene volentieri nella parte occidentale dell'Impero.
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