Facciamo un gioco.
È domenica, una donna ha preparato il pranzo, per sé, per il marito, per la bimba, 15 mesi di energia e curiosità. Il soggiorno è un delirio, il pavimento bombardato di giocattoli, libri, briciole, cibo masticato, suppellettili varie (sì, è la fase svuota-qualsiasi-cosa-e-fuggi).
Finito il pranzo, la donna pulisce la bimba, poi cambio pannolino, cappelluccio e sciarpina perché c'è vento, scarpe, giacchetta, e la rigurgita fuori in giardino al primo raggio di sole. Lei sgambetta e osserva, mastica e urlacchia.
Ed ecco che la donna estrae dal fodero una figura nebulosa. Un uomo. Un padre. Il padre della creatura.
Il suo ruolo è apparentemente semplice: deve inserirsi in un contesto già plasmato, giustapporvisi al solo scopo di evitare che l'infante si tracanni una granita di sassi, mentre la donna rientra in casa a riordinare. Mezz'ora di tranquillità costruttiva, magari orecchiando Beautiful tra un colpo di Dyson e una passata ai piatti.
Quindici e dico quindici minuti dopo, mentre la donna ha le mani schiumate di detersivo, una porta si spalanca: l'uomo brandisce la bambina, che sbraita allibita con una sola scarpa ai piedi.
"Voleva entrare e ha le scarpe piene di terra e credo anche le calze" fa cenno l'uomo col gesto di lanciarla nel lavello schiumato e fuggire.
L'uomo NON SA che forse sarebbe stata una buona idea togliere le scarpe all'esterno, NON SA dove siano le calzine pulite, NON SA che la bambina può essere depositata a terra per dare un colpo di scopa, figuriamoci poi se sa che una bambina di quell'età, anche se vuole entrare, puoi distrarla per un quarto d'ora e più guardando una nuvola, un fiore, uno stracazzo di sassolino.
Il gioco è questo. Prendi una manciata di uomini (e attenzione che quello della nostra storia è uno di quelli bravi, a loro modo partecipi) e dai loro il potere di prendere decisioni che incidano sulle vite familiari altrui. Dai loro il potere di chiudere asili e scuole da un giorno all'altro.
Diranno che è favorito il lavoro agile (leggi: delle madri), perché, ricorda, Egli non sa.
Diranno che contano di prorogare gli appositi congedi (leggi: per le madri), peraltro retribuiti al 50% e comunque scaduti da quasi tre mesi. E mentre contano...1 2 3...tu mamma hai il figlio già a casa da giorni, hai rinunciato alle tue ferie, se non al tuo lavoro, lo hai scarrozzato da un nonno se hai la fortuna di averlo (ma non era poi una categoria fragile?), o hai lavorato agilmente (🤬).
Perché...ricordi? Egli non sa.
Il gioco è finito.
E ora, mamma, respira e batti un cinque sorella.